Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 2 - 29 febbraio 1952

e negli atti dei sindacati, per evitare il perpetuarsi di una contradizione insanabile, altra soluzione non appare al di fuori della ardita proposta avanzata dall'Unione Italiana del Lavoro in merito al sistema, del riconoscimento della registrazione e della rappresentatività delle organizzazioni sindacali. Si tratta, secondo quianto sostiene la U.I.L., di spezzare il circolo vizioso del dilemGhi ~onoi f abiani? La « Fabian Society » sorse a Londra nel 1884. Prese titolo da Quinto Fabio Massimo, il Temporeggiatore, perchè intendeva imitare ìl romano nella tattica, e questo allo scopo di ottenere i migliori risultati dalla penetrazione e dallo sviluppo delle nuqve idee sociali, conseguenti alla rivoluzione industriale. A questo scopo vennero divulgati i tracts (opuscoletti, 'volantini) che costituirono una originale forma di volgarizzaZione dei principi e delle soluzioni proposte da questo particolttre tipo di socialismo, non marxista, ma tipicamente inglese. Tra i più autorevoli « fa- !mani » G. B. Shaw, ed i coniugi Beatrice e Sidney Webb. A 67 anni di distanza, a Boma, nel 1951, è stata fondata, più per imitare gli inglesi, che non Quinto Fabio Massimo, il Temporeggiatore, la « SoCietà Fabiana Italiana ». - ?2 B 3ca Gino Bianco ma libertà sindacale - contr:ollo dello Stato, attraver- _so una generale consultazione di base di tutti i lavoratori della Nazione, i quali dovrebbero venire chiamati ad esprimere, attraverso regolari elezioni, il loro orientamento sindacale. In base ai r,isultatl di tali elezioni, sulle quali, sì, potrebbe bene esercitare inClontrastato _il 'Controllo lo Stato attraverso i suoi organi competenti (Magistratura ec-c.), sarebbe automaticamente stabilito, dalla democratica volontà liberamente espressa da tutti i lavoratori, il rapporto di rappresentatività delle singole organizzazioni sindacali, e verrebbero risolti di fatto tutti i problemi inerenti la rappresentanza proporzionale dei sindacati medesimi, nel seno degli Enti, dei Comitati, degli Organismi nei quali i lavoratori hanno diritto di partecipare. Salvo così il principio della libertà sindacale garantito dalla libertà e dalla segretezza del voto1 verrebbe contemporaneamente soddisfatta l'esigenza legi1filma di controllo che lo Stato pone alla base della concessione ai sindacati di stipulare atti (Contratti Collettivi di Lavoro con validità « erga omnes ») di diritto pubblico. Infatti tale controllo sarebbe ampiamente esercitato sullo svolgimento delle elezioni e troverebbe il proprio compimento nella pro-

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