Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 1 - 31 gennaio 1952

questa limitazione dell'azione sindacale cui noi assistiamo nell'u1 timo trentennio. E ciò proprio mentre i problemi della disoccupazione diventano più importanti (la disoccupazione italiana, che, secondo il censimento 1907 era pari a 160 mila unità, nel1' intervallo tra le due guerre sale ad oìtre un milione di unità, nel secondo dopoguerra a due milioni di unità). Tra un decennio avremo almeno 5 milioni di persone potenzialmente attive, in più dei 20 milioni attuali. Il problema diventa imponente, di sempre maggiore urgenza, e di sempre più acuta con eg·uenza in tutti i fenomeni della ita economica e sociale del Paese. ·Come può risolverlo il sindacato? Come può non diventare un problema politico generale, che riflette tutti gli aspetti della vita del Paese e che reclama la correzione dei vizi strutturali di questo nostro ambiente economico? E seè vero che tra piena occupazione e piena disoccupazione non vi è che differenza di grado di attività (come dall'unità allo zero), come potremo non preoccuparci della cosiddetta sottooccupazione, e anche dell'inoccupazione (nuove potenziali unità, che affluiscono specialmente dall'esercito femminile, man mano che la donna si emancipa dai lavori càsalinghi)? Il problema si trasferisçe, ; Biblioteca Gino Bianco dunque, dal campo stretta1nente sindacale al campo politico, e dirci in particolare della politica economica generale. Ma qui, operando alla cieca, o per approssimazione, o per impressioni, si rischia di fare grossi errori. Quindi l'esigenza primordiale ch'io vado affermando non da oggi, di conoscere a fondo i QUA]l)RANTE N AZRONAILE - Le alluvioni, .rono già lontane. Gli italiani dimenticano presto. Rimane la disoccupazione ed i provvedim.enti di « occupazione di mano d'opera » pred:isposti dal Consiglio dei Ministri dovrebbero costituire un intervento l « m.assiccio e decisivo ». Il programma sarà finanziato in parte da un « contributo temporaneo » a carico degli imprenditori. Del contributo su chi si rivarranno gli imprenditori? Qualcuno intravede nuovi aumenti, perciò diminuzione di consumi, nuova disoccupazione. Non siamo così pessimisti: certo occorrerà maggiore consapevolezza, minor egoismo. C'è chi chiede questo allo Stato: è meglio chiederlo ai cittadini ed ai loro rappresentanti politiCi e sindacali. Allora lo Stato sarà in grado di dare la soluzione desiderata. E' un problema di coscienza soeiale: in Italia abbonda a. parolP-. ~~ ' 5

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