Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 1 - 31 gennaio 1952

\ Lettera ai. contadini SENZA LA COOPERAZIONE , crollerà la riforma fondiaria di GIUSEPPE MEDICI E' ,ben noto che, r.·onostante la naturale diffidenza del tradizionale monèo capitalistico, la cooperazione si è affermata " Bisognima pedirael contadino di chiuderdsei ntrola siepedel propriopodere di negaresolidarietàagli altri lavoratori ,, ca del commercio internazionale dei prodotti agricoli viene fatto da cooperative. in ogni contrada del mondo e, specie in alcuci Paesi, ha dato risultati stupendi; tanto che perfino negli Stati Uniti d'America un volume imponente di affari è trattato dalle cooperative. In alcuni Paesi, poi, particolarmente orientati verso le forme associate della vita economica, come sono quelli dell'Europa settentrionale, lo sviluppo della cooperazione, soprattutto nel campo agricolo, è stato così imponente da costituire oggi, il fatto più rilevante della vita economica di quelle prospere contrade.; In Danimarca - che è un piccolo Stato, grande per la maturità dei suoi ordinamenti sociali - il 50 per cento cirBiblioteca Gino Bianco Altri esempi di grande rilevanza pratica potrei citarvi, ma bastano quelli ricordati per affermare che il cammino della cooperazione è stato tale da costituire, in tutti i Paesi civili, solide basi per nuovi ordinamenti economici. La spiegazione di tale cammino incessante e sistematico è semplice. E, nella sua semplicità, altan1ente drammatica. Infatti, un profondo mutamento è in corso nella nostra società ,che sta passando dall'individualismo del secolo scorso - che pur scrisse pagine gloriose - ad un orientamento solidaristico, ispirato da una diversa e, speriamo, maggiore consapevolezza degli uomini. Questo nuovo orientamento, che si afferma nonostante le 49

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