ttenza de! congresso 'nazìonale e delle elezioni politiche, la opportunità di imbrigliare la proposta di un «movimento» autonomo per •contenerla ir" limiti meno impegnativi, la concomitanza col Congrresso social democratico di Bologna. Che cosa ha concluso il convegno di Torino? La partecipazione dei lavoratori è stata massiccia e viva. I metodi dell'organizzazione per l'organizzazione sono stati battuti in breccia 'dalla semplicissima prova di una assemblea periferica legata direttamente con attuali esigenze politiche. La Democrazia Cristiana ha potuto prendere inoltre coscienza ,di una serie di fatti. Esiste in questo partito una larga base popolare; i lavoratori rimangono inerti se si pretende di usarli soltanto come altoparlanti propagandistici; i lavoratori sono la r,iaggiore forza ~e hanno la possibilità di esprimere le loro esigenze politiche e di deliberare in sede politica. Nelle comuni riunioni della pluriclassista Democrazia Cristiana, i lavoratori condensano un complesso di inferiorità nei confronti del ceto piccolo-borghese intellettuale che domina il partito· in riunioni autonome i ' lavoratori rivelano le loro capacitd di impulso e di indirizzo. I I Biblioteca Gino Bianco D. C. e PartitoPopolare l l peso 'dei lavoratori si faceva sentire con maggior vigore nel Partito Popolare di quel che non si faccia sentire nella Democrazia Cristiana. Perchè? Perchè esistevano, prima del ifascismo, organizz•azioni cristiane di classe - sindacati, cooperative, etc. - autonome, ma integrate nel Partito Popolare. L'ala progressista del Partito Popolare non aveva astratte ed intellettualistiche espressioni di corrente limitate ai vertici; era sostanziata da concreti interessi, da esponenti di base, dalle organizzazioni di classe. Non si poneva aLcun dubbio di sUJbordinazione dei lavoratori nel partito; si esprimeva, invece, la direttiva del movimento operaio nel partito. La percentuale dei deput,1.- ti fin'dacalisti fu nel 1921 del 25-30% rispetto al totale dei deputati popolari. Nella Democrazia Cristianu i lavoratori hanno avuto una certa influenza fino al Congresso di Nqpoli ( novembre 1947). Con la scissione sindacale e con la formula del sin- .dacato libero tale influenza si è ineluttabilmente ridotta. Al convegno di Torino vi fu concordanza nel constatare ta-• le verità. I sostenitori della separazione ad oltranza tra sindacato e partito - come il milanese Volontè - non han39
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