Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 1 - 31 gennaio 1952

italiani nei confronti di quelli no!'dam'ericani e di altri paesi atlantici; 2) la relativa sicurezza di produzione nei maggiori stabilimenti italiani per la presenza in essi di forti percentuali di comunisti che potrebbero tentare dei sabotaggi; 3) la preor0oupazione degli stes•~i ambienti nordameri,cani che possa mancare il lavoro per i loiro centri industriali. A questo proposito sarebbe successo che degli operai metalmeccanici d1 Detroit si son trovati diso~upati perchè nuovi impianti industriali avrebbero sottratto pos9ibilità di lavoro ai preesistenti. Difatti una corrispondenza 'di fine dicembre da New York a ·« La Stampa » segnala che « I grandi centri automobilistici americani, Detroit soprattutto, soP ••••porli o palloHole ? no da qualche settimana· in crisi perchè il passaggio parziale della industria dalla produzione civile a quella militare è avvenuto più mediante la creazione di nuovi impianti in altre parti della N azione, che mediante la conversione delle linee di montaggio già, esistenti a Detroit. - Nel contempo, però, la produzione civile è diminuita di un terzo ed ora più di centomila operai di Detroit spalano la neve ». Se le I(< commess•e » tairdano ad arrivare, per gli operai del nostro Nord vi può essere di ehe consolarsi pensando ai lavoratori nordamericani che spalano la neve. E la neve potrebbe cald~re abbondante da noi anche senza « commesse» americane. La conferenza delle migrazioni di Napoli, svoltasi nell'ottobre scorsoi, e organizzata dal B.I.T. (Bureau Interriatiorial du Travail) si è risolta in un nulla di fatto. Dicono per col.pa di rivalità .Personali e organizzative di nordamericani. Quella successiva di Bruxelles offre qualche maggior speranza, ma su un piano d'interessi europei e di territori affidati a paesi , europei. Certo è che da quando nel 1949 si è fondata una internazionale « libera » di sindacati lavoratori, che nell'attg di costituirsi, a gran maggioranza negava la libertà di emigrazione, grandi passi avanti non si sono fatti, nè si potevano fare. E intanto le barriere rimangono chiuse all'est come all'ovest, ed in attesa dello scambio dei « passaporti » rischiamo quello delle « pallottole ». B 36 eca Gino Bianco I I \

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