R. GUIDUCCI niche per la scorciatoia delle cariche direttive (per definizione) della carriera politica. Il lavoro esecutivo, dunque, resta, anche senza proprietà privata, subalterno e alienante in sé. Ed eventuali forme di compenso « esterno » non sono sufficienti, perché proprio in questo tipo di lavoro la personalità viene ad esaurirsi, e non è più in grado di creatività, partecipazione politica effettiva, cultura aperta, ecc. Cade così anche l'ipotesi di Marx, secondo la quale l'operaio, pur costretto a lavori alienati, avrebbe potuto sul terreno politico autodirettivo e autogestionale manifestare la sua piena personalità. La politica resta specializzazione, viene riprivatizzata. Se ne occupano per tutti i competenti, che diventano dominanti su tutti. Inoltre, esistenzialmente e in particolare psicologicamente, il lavoro in quanto tale, soprattutto esecutivo industriale, non può essere esaustivo della personalità neppure in condizioni ottimali, perché blocca, repressivamente, e traumatizza inesorabilmente lo sviluppo della personalità. Marx distingue due tipi di divisione del lavoro: quello sociale e quello tecnico. La prima, è dovuta alla presenza delle classi con attribuzioni e funzioni e privilegi diversi; la seconda, è intrinseca al lavoro industriale che frantuma le operazioni in forme parcellari. Marx pensa, in sostanza, che, abolita la divisione sociale del lavoro, la seconda sussista, ma in condizioni mutate e migliorate dal fenomeno generale della riappropriazione (disalienazione dall'alienazione causata dalla società capitalistica e finalizzazione sociale della produzione). Marx scrive ed afferma che « la divisione sociale del lavoro » « è condizione dell'esistenza della produzione delle merci, benché la produzione delle merci non sia inversamente condizione dell'esistenza della divisione sociale del lavoro ». Ma la « necessità » della divisione tecnica resta. Marx nella sua tarda« Critica al programma di Gotha » aveva visto gli « inconvenienti inevitabili nella prima fase della società comunista, quando questa non fa che uscire dalla società capitalistica, dopo un lungo e doloroso parto ». Solo « in una fase superiore della società comunista, quando saranno scomparse la subordinazione servile alla divisione del lavoro e, di conseguenza, l'opposizione tra il lavoro intellettuale e il lavoro manuale; quando il lavoro sarà diventato non solamente il mezzo per vivere, ma anche il primo bisogno della vita; quando, con l'esplicazione universale degli individui, le forze produttive si saranno accresciute e tutte le fonti della ricchezza 94
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