DIVISIONE DEL LAVORO rarefarsi quanto più si scende la scala sociale, fino al suo completo annullamento. In tutto questo, la proprietà privata spesso non è affatto implicata. Il potere del burocrate, dell'ingegnere, del medico, del dirigente industriale ecc. non dipende che in misura spesso secondaria dalla sua proprietà privata, ma dipende direttamente dalle sue possibilità direttive. Tuttavia le due malattie della « privatizzazione » e della « divisione del lavoro » permeano l'intero corpo del mondo del lavoro. Il risultato è la continua conferma di una struttura gerarchizzata. Di essa si nutre la disuguaglianza. Marx aveva supposto che, abolita la proprietà privata, il lavoro sarebbe stato riappropriato e riabilitato a qualsiasi livello fosse stato eseguito. Strappato alla classe dominante il suo potere privato sulla proprietà, in una società senza classi non avrebbe più avuto importanza determinante se il lavoro fosse stato manuale o intellettuale, direttivo od esecutivo per un periodo ancora non breve di tempo perché, essendo assente il potere, sarebbe stata presente solo una distribuzione di compiti ai singoli secondo le capacità. Marx non si era nascosto che il lavoro manuale avrebbe continuato ad essere pesante nella massima parte delle sue manifestazioni, perché il lavoro industriale è alienante non solo a causa della proprietà, ma è alienante anche in sé (lavoro parcellare, ripetitivo, « en miettes », ecc.). Ma Marx supponeva, probabilmente, che il lavoro industriale potesse essere alleggerito dall'angoscia di essere utilizzato a esclusivi fini capitalistici, e gratificato in un sistema collettivistico con finalità sociali, anche se non poteva ancora essere alleggerito dalla sua stessa natura di operazione ripetuta, ossessiva, priva di significato intrinseco. Quando a ciò si sovrappose il fatto che tale lavoro divenne una esecuzione di decisioni a cui non fu dato e a cui non fu tecnicamente neppure possibile partecipare che in un minimo grado, l'alienazione si fece inesorabile. L'appartenenza del piccolo segmento di lavoro al corpo mistico della produzione collettiva, sotto un potere privato di strati dominanti, non poteva gratificare in nessun modo rispetto alla fatica che il lavoro costava. Di qui la corsa per sottrarsi a questa condizione: il tentativo di raggiungere funzioni direttive giocato dai minimi ai massimi livelli, spesso col saltare anche le prove delle capacità tee93
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