Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

LETTURA STORICO-IDEOLOGICA 4. Il problema del rapporto fra la dimensione politica e la dimensione economica non è però ancora risolto. Come la negazione del potere attraversa e pervade le molteplici forme socio-economiche? In quale modo un'esigenza ideologica si fa prassi sociale? La tradizione « classica » dell'anarchismo risponde su questo punto affermando che le funzioni politiche saranno assorbite da quelle economiche; che, addirittura, i problemi politici verranno superati con le soluzioni del progresso scientifico; insomma che lo sviluppo della società civile renderà superfluo il codice della società politica. Questa convinzione, sostanzialmente fideistica, spiega, in quanto ne è forse la causa principale, il ritardo davvero storico del pensiero anarchico rispetto a tale problema. Come abbiamo accennato, l'anarchismo non è andato oltre la soglia di una concezione radicale della democrazia, e non è stato capace, di conseguenza, di elaborare una concezione politica propria ed aderente alle varie forme socio-economiche formulate: non esiste infatti una teoria politica specifica del mutualismo, del collettivismo o del comunismo. Ad ognuna di queste forme viene sempre applicato e sovrapposto lo stesso principio politico, che non è un sistema, ma una negazione ideologica: l'ovvia negazione ideologica del potere. Ebbene, questo è il limite fondamentale di una critica autogestionaria dello Stato, dello Stato come luogo ultimo irriducibile della società politica. Si deve infatti partire dalla semplice considerazione che, se nel periodo prerivoluzionario è sufficiente negare ideologicamente lo Stato, nel periodo post-rivoluzionario bisogna sostituirlo positivamente o, precisamente sostituire quelle funzioni generali di coordinamento della società civile che lo Stato trasformava in dominio. Da questo punto di vista ecco che si può cogliere finalmente il limite maggiore dell'anarchismo. Infatti, proprio l'anarchismo, che ha capito fino in fondo quale è il vero problema della realizzazione del socialismo (il problema tutto politico del potere, del suo annullamento, diffusione, ecc.) non ha saputo indicare nella propria differenza, cioè nell'« ulteriorizzazione rivoluzionaria », il superamento della differenza che anche nel campo nemico del potere fonda il potere stesso: vale a dire la diversità, perfettamente funzionale al dominio, fra le forme socio-economiche del potere e l'essenza del potere, fra le forme variabili e la struttura costante del potere. Non ha saputo trasformare il massimo della propria consapevolezza teorica (scoperta dell'autonomia politica del potere, delle ra87

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