Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

N. BERTI Ora, la condizione imprescindibile per realizzare tale progetto è porre, in essere, esplicandola per intero, la forma tendenzialmente più universale della produzione umana: il sapere. Nella teoria anarchica dell'autogestione il sapere diventa allo stesso tempo produzione sociale e condizione primaria della produzione sociale: non solo attraverso l'abolizione della divisione gerarchica del lavoro (e perciò delle classi) ma anche attraverso l'abolizione della divisione gerarchica su cui poggia tutta l'organizzazione sociale e politica: il rapporto fra vertice e base, fra città e campagna, fra centri decisionali ed organismi esecutivi ecc. ecc. Vale a dire che l'intero sistema del lavoro umano si fa «aperto» e nello stesso tempo «integrale». Aperto perché organizzato e saputo da tutti; integrale perché tendente a ricomporre i molteplici aspetti del suo farsi in un sono (mètto tra parentesi la data della prima edizione) De la Création de l'Ordre dans l'Humanité ou Principe d'organisation politique (1843) Riviere, Paris, 1927, La Giustizia nella Rivoluzione e nella Chiesa (1858), Torino, Utet, 1968. Dove Proudhon invece elabora fino alle conseguenze estreme i fondamenti della democrazia diretta, è nelle opere scritte prima o intorno al 48, che trovano una sistemazione concettuale straordinaria nel suo ultimo libro, che si può considerare un vero e proprio testo dell'autogestione: La capacità politica delle classi operaie (1865), II Solco, Città di Castello, 1921, reprint Torino 1978. Di Bakunin sono sufficienti alcuni passi della Società rivoluzionaria internazionale (1866), in Stato e anarchia e altri scritti, Milano, Feltrinelli 1968,pp. 309-351,!}onché di Federalismo, socialismo e antiteologismo (1867), e del Programma della Fratellanza Internazionale (1869), in Libertà uguaglianza rivoluzione, Milano, Antistato, 1976, pp. 115-163 e pp. 164-170,per documentare la concezione federalistica bakuniniana con le sue implicazioni autogestionarie (revocabilità e rotazione della delega, ecc.). Sulla necessità di integrare il lavoro manuale ed intellettuale in ogni individuo, si vedano, sempre nel citato Libertà, uguaglianza, rivoluzione, pp. 197-221, gli articoli sull'Istruzione integrale che sono forse il punto più alto dell'analisi bakuniniana su rapporto di interdipendenza fra classi e divisione gerarchica del lavoro e sulla conseguente interdipendenza fra l'integrazione del lavoro e l'abolizione delle classi. Come si vede sono tutti testi anteriori di molto al famoso opuscolo di La gueri-a civile in Francia ( 1971), che conterrebbe, secondo alcuni marxologhi, una teoria autogestionaria. Un testo che contiene in forma « manualistica » tutti i principali assunti autogestionari sino allora formulati e che educò un'intera generazione di internazionalisti, è l'opuscolo di James Guillaume, Dopo la rivoluzione (1876), Torino, Collana Libertaria, 1964. Sulla ccncezione kropotkiniana dell'autogestione, che porta alle estreme conseguenze l'integrazione del lavoro abbinandola all'integrazione fra città e campagna, lavoro industriale e lavoro agricolo, si veda il fondamentale Campi fabbriche officine, Milano, Antistato, 1975. 84

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==