Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

LETTURA STORICO-IDEOLOGICA dimensione è di fatto «appannaggio» di una minoranza agente. Ci siamo allora chiesti come l'anarchismo ha risposto per evitare una oggettiva gerarchia fra i due piani. La risposta ci sembra sia per intero nella teoria della condizione fondamentale dell'autogestione, che solo il pensiero anarchico ha elaborato compiutamente. Vediamo dunque di incominciare riprendendo un accenno che abbiamo fatto dicendo che l'anarchismo non ha mai teorizzato un soggetto storico come unico soggetto rivoluzionario, né, quindi, ha visto la creazione della società libertaria come prodotto diretto della azione storica di una particolare classe. Se si tiene fermo questo punto ( del resto a nostro avviso irrinunciabile, pena la morte dell'anarchismo stesso, o sia riduzione a dependance eticomorale del marxismo) è possibile capire il criterio seguito dal pensiero anarchico per concepire la società libertaria. Rifiutando la teoria di un esito storico predeterminato allo sviluppo socioeconomico di un particolare conflitto di classe (perché fasullo sul piano scientifico, mistificante su quello ideologico), l'anarchismo ha teorizzato un esito «strutturale» dell'autogestione, vale a dire il concepimento di una forma tendenzialmente indipendente dal processo storico, una forma non condizionata da un determinato particolare sviluppo. Analogamente al criterio concepito per decifrare il meccanismo formale della riproduzione del potere, attraverso la spiegazione dei rapporti generali e dunque costanti che ripropongono la struttura gerarchica al di là del mutamento storico, esso ha cercato di individuare le « leggi » altrettanto astratte e generali che possono realizzare una struttura sociale egualitaria sempre indipendentemente da precise e categoriche condizioni spazio-temporali. Ha cercato cioè di elaborare le linee generali di un progetto attualizzabile in congiunture storiche diverse (1 ). (1) Abbiamo detto all'inizio di queste note che si corre il rischio di fare della tautologia parlando, da un punto di vista anarchico, dell'autogestione. Non vi è infatti un testo dell'anarchismo da cui non si possa ricavare anche della teoria autogestionaria. Non potendo quindi citare tutto, diamo qui di seguito qualche indicazione bibliografica relativa ad alcuni « classici » del pensiero anarchico. Si potrà così agevolmente documentare, ove ve ne fosse ancora bisogno, la pressoché assoluta anticipazione anarchica su questo tema. Intanto Proudhon, che contiene, sia pure a volte solo potenzialmente, tutti i maggiori spunti e le ma,ggiori analisi e proposte autogestionarie. Essenziali .per la teorizzazione della condizione fondamentale dell'autogestione, l'abolizione della divisione gerarchica del lavoro, la socializzazione universale della scienza, 83

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