Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

E. COLOMBO presentanza come mandato della sovranità popolare persiste contemporaneamente all'installarsi del regime rappresentativo. La pretesa dell'origine popolare del potere rimane attaccata alle nuove istituzioni, la gente ci crede ed il regime rappresentativo si generalizza nel mondo moderno e designa ogni sistema costituzionale in cui i poteri pubblici (il governo) abbiamo un'origine elettiva. Si regge sulla concezione generale della rappresentanza come espressione della volontà generale, ma sanziona allo stesso tempo il potere di un gruppo o di una classe. In seno alla Grande Rivoluzione, la dissociazione si effettua a diversi livelli 1) A livello delle grandi astrazioni: volontà generale, volontà nazionale. Sieyés dice: « La volontà nazionale... non ha bisogno che della sua stessa realtà per essere sempre legale, essa è all'origine di ogni legalità». Ed i rappresentanti del popolo si convertono in rappresentanti della nazione. Le teorie speculative servono solo a giustificare il possesso del potere. Così Montesquien ha ragione contro Rosseau. Sovrano, non è l'individuo, ma la nazione. Perché sia ben chiaro, la Costituzione del 1791 precisa che le singole parti del popolo non possono attribuirsi l'esercizio della sovranità nazionale; i rappresentanti sono eletti nei - e non dai - dipartimenti, perché la nazione « non fa che trasmettere alle singole parti il potere che essa ha d'eleggere». Allora, dal momento che l'elezione non è una delega di potere, ma un metodo di designazione, si costituisce una classe politica che esercita la sua propria volontà in nome della volontà generale. 2) A livello del potere economico; di nuovo Sieyés: « Siate certi che cadremo in ginocchio davanti al sacro nome della proprietà! ». Gli uomini adulti (si vota a 25 anni) sono divisi in due gruppi: cittadini « passivi » senza diritto al voto, e cittadini« attivi» che abbiano domicilio conosciuto e che paghino un'imposta diretta corrispondente a tre giornate di lavoro (5). Per essere eleggibile, bisogna essere proprietario e pagare un tributo di « un mare d'argent ». E' così che l'Assemblea nazionale, istituzione della Rivoluzione, stretta fra l'antico potere reale e l'azione insurrezionale - o, per dirla con le parole di Michelet, « tra la vittoria della monarchia e quella dell'anarchia, tra i castelli e la Comune » - riuscì a costruire il dominio (5) Vovelle, N., La chute de la Monarchie. Ed. du Seuil, Paris, 1972, p. 178. 64

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