O. CORPET quanto implica una molteplicità di cambiamenti d'eguale importanza tanto nella vita quotidiana quanto in tutti i luoghi dove le attività creative autonome possono esercitarsi (attraverso la costituzione di spazi di sperimentazione, l'instaurarsi di rapporti sociali egualitari e non gerarchici, la ricomposizione di micro-strutture di socialità, lo sviluppo di nuove pratiche culturali ed educative, ecc.). In questa prospettiva, il concetto d'autogestione designa, come scriveva H. Lefevre nel primo numero di Autogestion nel 1966 - « l'apertura verso il possibile. E' la via di uscita, la forza che può sollevare i pesi colossali che gravano sulla società e l'opprimono. L'autogestione mostra il cammino pratico per cambiare la vita, il che rimane la parola d'ordine e lo scopo ed il senso d'una rivoluzione». Altre fonti bibliografiche Le opere contenute in questa rassegna bibliografica critica non rappresentano - bisogna dirlo - la totalità degli scritti dedicati all'autogestione nell'ultimo quarto di secolo. Ci limiteremo principalmente alle opere apparse nel corso degli ultimi dieci anni, lasciando deliberatamente da parte i numerosissimi articoli, salvo qualche eccezione o quando questi articoli costituiscono l'equivalente di un numero speciale monografico di una rivista. Il lettore interessato a completare l'elenco dei riferimenti segnalati in quest'articolo potrà rifarsi alle altre rassegne bibliografiche indicate più avanti, che riprendono la maggior parte degli scritti relativi all'autogestione pubblicati in lingue diverse dal francese. La somma di queste informazioni bibliografiche costituirebbe una somma quasi esaustiva di quanto è stato pubblicato su questo tema ed è attualmente accessibile in qualche centro di documentazione specializzato. Aggiungiamo che un aggiornamento regolare di questi riferimenti è effettuato e publicato nel bollettino semestrale Lettre du CICRA (rubrica « Bibliografia » ). In una prospettiva autogestionaria, mi sembra che il problema dell'informazione, della sua circolazione come della sua accessibilità, sia di grande importanza, perché deve permettere un'ampia diffusione delle idee autogestionarie, cercando di evitare una dannosa dispersione di scritti, documenti e tracce d'ogni tipo che formano una delle basi materiali della memoria collettiva. Al contrario, conviene raccogliere tutto ciò che è disponibile, non per costituire un gigantesco schedario 40
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