Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

GRAMIGNA SOVVERSIVA tegiche, una chiave che privilegia tra gli insegnamenti quelli inerenti al metodo organizzativo. Fra tutte le rivoluzioni sociali credo che la più feconda di indicazioni positive e negative sia, per l'ampiezza e l'estensione della_ pratica d'autogestione popolare che vi si esplicò, la rivoluzione sp·agnola. del '36-'39. Essa, per quanto concerne quella problematica rivoluzionaria cui poc'anzi ho accennato, ci indica schematicamente: a) il popolo degli sfruttati ha in sé enormi potenzialità auto-organizzatrici, esso spontaneamente sa trovare e applicare formule d'autogestione diversificate e appropriate per lo meno ai livelli associativi più « naturali » (la fabbrica, il villaggio, ...) ed ai primi livelli di coordinamento, quando e fino a tanto che vi sia « latitanza del potere»; b) il poterè si ristabilisce, anche dopo un formidabile scossone sovversivo antiautoritario, a partire dall'eterogestione dei « grandi » problemi (guerra, pianificazione, ...) e da questi to:r:- na progressivamente ad occupare gli spazi temporaneamente lasciati all'autogestione; c) la peste autoritaria si annida e può svilupparsi perfino nelle organizzazioni proletarie meglio vaccinate contro di essa, come le strutture anarco-sindacaliste, e che anche da esse, le più antiburocratiche per ideologia e per tradizione, possono prendere le mosse tendenze tecnoburocratiche, in perfetta buona fede, per le « esigenze oggettive », eccetera. La rivoluzione spagnola (la sua preparazione, le sue realizzazioni, la sua sconfitta) è dunque una miniera ricchissima, ancora largamente inutilizzata, da cui il pensiero autogestionario può e deve trarne inestimabili insegnamenti, soprattutto se vi si ricerca non tanto - come è stato fatto sinora - la storia di una guerra tra fascisti ed antifascisti, ma, dentro il campo antifascista, la storia di urw scontro mortale tra proletari e stato, tra autogestione e burocrazia. Anche se naturalmente - dovrebbe essere superfluo notarlo - l'autogestione deve pensare la sua rivoluzione e la sua strategia nella, anzi nelle realtà attuali che non sono quelle della Spagna nel 1936 ed ancor meno quelle della Russia nel 1917 e della Francia nel 1871. all'autogestione attraverso l'autogestione La strategia, lungi dal risolversi nei problemi del periodo rivoluzionario, copre anche e soprattutto il percorso tra il presente immediato e la rivoluzione. Si tratta, come dicevo, di 31

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