Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

GRAMIGNA SOVVERSIVA geometrica del cerchio, detto per inciso, ha la stessa valenza gerarchica della metafora-piramide: ne è la versione a due dimensioni e non a caso richiama immediatamente la struttura gerarchica del territorio, dove la capitale occupa il posto del capitale, per usare un divertente gioco di parole. Mentre nel decentramento autoritario il centro decide tutto ciò che può e delega ciò che gli sfugge o rischia di sfuggirgli, nel decentramento federativo è l'unità associativa che decide da sé tutto ciò che è di sua competenza ed insieme alle altre unità ciò che è di pertinenza comune, mediante accordi e organismi di coordinamento temporanei o permanenti. Non è un puro gioco verbale, ma un vero e proprio rovesciamento logico. Si tratta, ad esempio, di considerare i comitati di quartiere come decentramento dell'amministrazione comunale e questa come decentramento dello Stato o, all'opposto, di considerare la città come una federazione di quartieri (come era un po' il comune medievale, sia detto senza nostalgie passatiste) e questi a loro volta come federazioni di unità aggregative minori. Anche le imprese che superano certe dimensioni possono concepirsi, in quest'ottica, come una federazione di reparti. Il che è per l'appunto quanto presuppone, seppure in un'ottica che è ancora di decentramento gerarchico, la struttura autogestionaria jugoslava per le grandi aziende, ed è anche la logica inespressa che sta dietro i consigli di fabbrica, costituiti da delegati di reparto. Non vi è dunque nessun ostacolo oggettivo alla piccola dimensione, essa è inoltre perfettamente compatibile con una ricca e variata gamma di interrelazioni umane, perché con la sua potenzialità disgregatrice del potere coesiste una potenzialità riaggregatrice della società. uguali ma diversi Abbiamo detto che il piccolo è necessario, abbiamo detto che il piccolo è possibile, abbiamo detto, infine, che il piccolo è bello. Quest'ultima affermazione ci conduce ad un altro nodo problematico: la diversità. Il piccolo, infatti, è bello anche e forse soprattutto perché il piccolo è diverso. Il discorso sull'uguaglianza non può essere disgiunto da quello sulla diversità. Lungi dall'essere contraddittori, i concetti di uguaglianza e di diversità sono complementari: è infatti la diseguaglianza, paradossalmente, che porta all'uniformità, al livellamento, alla massificazione. Anche se le ideologie della diseguaglianza di25

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==