Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

GRAMIGNA SOVVERSIVA rivelasse necessario, va accettato. Ma è ancora da dimostrare che i maggiori costi della piccola dimensione, anche secondo una ragionieristica concezione dell'efficienza tecnica ed economica, siano superiori ai suoi benefici. Al contrario, c'è tutto un nuovo filone di pensiero scientifico che va (ri)scoprendo delle « economie di scala » di segno opposto a quello sinora sbandierate a motivazione del gigantismo. Come per molti altri casi, anche qui si può partire da una definizione apparentemente incontrovertibile per ricavarne conseguenze opposte a quelle date per scontate e culturalmente dominanti. Si hanno infatti economie di scala quando ci si avvicina alla dimensione ottimale e per converso si hanno diseconomie crescenti quanto più ci si allontana da questo optimum. Ma nessuno ha dimostrato né può dimostrare che la dimensione ottimale tende all'infinito. Anzi vi sono sufficienti elementi per credere che oltre certe soglie dimensionali (che non sono ancora quelle che noi definiremmo piccole, ma, diciamo, medie) si hanno fenomeni di inefficienza economica e di congestione incompatibili con qualunque sistema, si creano problemi di direzione e di controllo sociale di tale gravità che annullano, anche nella logica dei capitalisti e dei tecnocrati, i vantaggi dell'accentramento. Un recente studio fracese di informatica applicata alla gestione aziendale (all'eterogestione, non all'autogestione) suggerisce che, per un flusso ottimale ascendente-discendente di informazioni, la soglia dimensionale non dovrebbe superare i 500 dipendenti. Proprio in Italia, poi, è dell'ultimo anno la scoperta della piccola impresa e delle sue virtù: la piccola impresa è duttile, dinamica, versatile, sensibile, efficiente ... Da segno di arretratezza, di ostacolo allo sviluppo sta diventando, grazie alla penna di giornalisti e studiosi « riciclati » al « piccolo », spina dorsale dell'economia e insieme elemento trainante. Di fronte alla elefantiasi della grande impresa all'italiana (statalizzata, irizzata, gepizzata, imizzata, assistita, sclerotizzata, sonnolenta, ministeriale) fa premio l'imprenditorialità rampante di migliaia di gestori dello sfruttamento su piccola scala, imprenditorialità all'italiana anch'essa, naturalmente, fatta non solo di fantasia ma anche di lavoro nero, di evasione fiscale, banditismo ecologico, un'imprenditorialità che sfrutta ed a sua volta, in un rapporto ambivalente, è sfruttata dalla grande impresa pubblica e privata. 23

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