GRAMIGNA SOVVERSIVA tutte le funzioni « dirigenti » non esercitabili collettivamente: così si può a grandi linee definire la democrazia diretta. E così si è espressa la democrazia popolare quando episodicamente e temporaneamente ha potuto esprimersi senza eccessivi condizionamenti oggettivi e soggettivi. Così erano organizzate le collettività libertarie spagnole. Così sono tuttora organizzati numerosi kibbutzim israeliani in cui, secondo Rosner, ogni anno circa il 50% dei membri partecipano a rotazione a comitati o funzioni direttive. E la revocabilità del mandato non risale alla Comune di Parigi? E non ritroviamo il mandato revocabile e l'assemblea sovrana come rivendicazione e come prassi nelle lotte operaie degli ultimi dieci anni? La democrazia diretta è già pratica sociale, seppure episodica e frammentaria. il nodo della dimensione Si dice, da parte di chi con questo vuole ridurre l'autogestione ad ambiti marginali o negarne del tutto la possibilità, che la democrazia diretta può applicarsi solo a forme organizzative di piccole dimensioni. Consideriamo dunque la questione della dimensione. Anch'io, paradossalmente, sono convinto che la « grande dimensione » sia la dimensione del potere e la piccola dimensione quella della democrazia diretta. Ma ne derivo conclusioni diverse: le unità associative elementari (produttive, territoriali, ecc.) possono e devono essere piccole e tra di esse deve essere tessuta una trama di relazioni orizzontali. Vanno cioè rifiutate le grandi unità e lo stesso nefasto concetto-mito dell'Unità con la maiuscola. Le piccole unità, a loro volta, non devono essere i mattoni di un edificio piramidale, ma i nodi di una rete di connessioni egualitarie di tipo federativo, che procede dal semplice al complesso, e non dalla base al vertice. La grande impresa, la megalopoli, lo stato vanno rifiutati e disgregati, perché il «grande» secerne potere al suo interno ed al suo esterno. I grandi aggregati economici e politici, le grandi istituzioni sociali sono per l'appunto l'ambito in cui si afferma e si esercita il potere dei « nuovi padroni »: è lì che la tecnoburocrazia trova il suo spazio vitale e le sue giustificazioni funzionali, sia nei sistemi tardo-capitalistici, sia in quelli post-capitalistici. Esistono in effetti abbastanza elementi sperimentali e riflessioni scientifiche per ritenere che non si possano superare certe soglie dimensionali, se si vuole salvaguardare quella che è l'essenza prima della democrazia diretta, la comunicazione 21
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==