M. BOOKCHIN nùlla più che un dato're di lavoro, un padrone. In assenza dicostrizioni sociali che identifichino la responsabilità con la rinuncia e l'efficienza con la sobrietà, lo stesso lavoro si potrebbe svolgere in modo giocoso, creativo, fantasioso, persino· artistico. In un altro scritto ho elencato le alternative oggi possibili alle forme tecnologiche esistenti (3). Da allora, avrei molto da, cambiare e molto da aggiungere a quello che ho scritto. Forse più importanti di ciò che si può trovare in ottimi libri come Radical Technology (Tecnologia radicale), ad opera di libertari inglesi, sono alcuni principi che vorrei sottolineare in questa sede. Sta nascendo una nuova tecnologia - una tecnologia non meno significativa per il nostro futuro di quanto la fabbrica sia per il presente. Potenzialmente, essa si presta a un vaglio accurato delle forme tecnologiche esistenti secondo il grado di integrità ecologica e secondo la capacità di influire sulla libertà dell'uomo. Di per se stessa, può consistere in una tecnologia fortemente decentralizzata a misura d'uomo, semplice dal punto di vista costruttivo e orientata in senso naturalistico. Può ricavare energia dal sole e dal vento, dai rifiuti riciclati e da risorse rinnovabili, come il legno. Offre la possibilità di coltivare il cibo nelle forme spiritualmente e materialmente gratificanti dell'orticoltura. E' rispettosa dell'ambiente naturale e, ciò che forse è ancora più significativo, dell'autonomia dell'individuo e della comunità. Si potrebbe definire questa tecnologia come « tecnologia popolare ». Gli orticelli comunitari a coltivazione intensiva ricavati dagli abitanti di New York nelle squallide aree del ghetto, i collettori solari di costruzione casalinga che iniziano a comparire sui tetti dei condomini, i piccoli mulini a vento che li affiancano per generare corrente elettrica - tutto ciò è l'espressione di nuove iniziative assunte da comunità finora passive, che rivendicano il diritto ad esercitare un controllo diretto sulla propria vita. L'importante non è che una cooperativa alimentare possa sostituire un gigantesco supermercato o che un orto comunitario fornisca alternativamente i prodotti dell'industria agricola, o che un generatore azionato dal vento si so- (3) Cfr. Towards a Liberatory Technology (Verso una tecnologia liberatoria) in: Post-Scarcity Anarchism (L'anarchismo nella società del benessere, di prossima pubblicazione in Italia per i tipi della Salamandra). 228
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