Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

GRAMIGNA SOVVERSIVA ne ha fatto clamorosa irruzione, come rivendicazione e come pratica, proprio nel maggio '68, in un'esplosione popolare innescata dagli studenti parigini ... delega di potere ... L'integrazione tra lavoro mànuale e lavoro intellettuale determina una condizione di eguaglianza nelle effettive possibilità e capacità decisionali. Tuttavia non esaurisce ma solo introduce il discorso sulla democrazia diretta, così come la divisione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale non esaurisce il discorso sul potere: infatti non tutti i lavoratori intellettuali ed anzi solo una minoranza tra essi sono ascrivibili alla classe dominante. Non lo scienziato, ad esempio, né il medico, né l'insegnante, né l'ingegnere in quanto tali ricoprono ruoli di potere, ma solo se e in quanto occupano posizione di controllo e direzione sociale, se e in quanto svolgono funzioni di « eterogestione » cioè di « gestione » su altri uomini. Qualunque sia la sua fonte apparente e la sua giustificazione (la proprietà o la capacità organizzativa, il merito o la competenza), qualunque sia il modo con cui sia conferito o legittimato (i meccanismi mercantili o la selezione meritocratica, l'investitura dall'alto o la delega «democratica» dal basso) il potere dei dirigenti è sempre e comunque ottenuto confiscandolo alla società, cioè negando di fatto e di diritto a tutti gli altri la facoltà di autodeterminarsi individualmente e collettivamente. La delega di potere che si esprime nella democrazia rappresentativa o democrazia indiretta, è il marchingegno forse più sottilmente mistificatorio di legittimazione della gerarchia. Minaccia perciò di essere un cavallo di Troia del potere nella pratica e nel pensiero autogestionario, come dimostrano le esperienze storiche e contemporanee, dalla Spagna alla Jugoslavia, dal movimento cooperativo alle burocrazie sindacali. Spacciata per una tecnica organizzativa essa è invece un modo organizzativo funzionale al potere gerarchico, contraddittorio con l'autogestione. Si badi che qui andiamo oltre ogni considerazione sul fatto che, in una democrazia parlamentare, le elezioni sono un modo per nominare non la dirigenza politica ma solo un'esigua parte di rappresentanza formale del potere politico, e tralastjamo la facile ironia sulla natura mistificata della « scelta» elettorale. Lo stesso socialista Ruffolo, candidato ora alle elezioni europee, ha definito tre anni fa il meccanismo votaiolo come un « ap19

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