Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

R. LOURAU che ho definito « estetica », bisogna dire una parola a proposito delle esperienze del tutto diverse, che vanno sotto il segno della lotta rivoluzionaria - armata o no - e che nel corso della storia offrono forme contro-istituzionali, sia parziali sia totali. Tali esperienze sono spesso sottovalutate, schernite o addirittura passate sotto silenzio, a causa di un difetto che sembra dequalificarle agli occhi degli storici: hanno avuto una vita effimera e pertanto non erano valide. Il carattere effimero di tali esperienze è tuttavia relativo. Fra i quindici giorni di Kronstadt, i due mesi della Comune di Parigi nel 1871, i vari mesi della rivoluzione agraria algerina nel 1962 e i due anni o due anni e mezzo dell'esperienza delle collettivizzazioni nella Spagna repubblicana (1936-38), esistono notevoli differenze quantitative. Similmente, per quel che concerne i tentativi parziali, più politici che economici, quali ad esempio i circoli rivoluzionari dal 1789 al 1794, quelli del 1848, o le assemblee generali permanenti del 1968 in Italia, Francia, Cecoslovacchia: da alcuni mesi a qualche anno, il grado d'obsolescenza varia enormemente. La lotta anti-istituzionale, anti-statale, è ciò che talora conferisce quell'andamento grottesco, inafferrabile, alle esperienze di cui stiamo parlando. Tutto è da inventare o da reinventare. La libera parola circola, si mescola ai discorsi del vecchio mondo, fa salire le offerte. E' il regno dell'agorà, opposto a quello della crypte, del segre-to burocratico. Gli osservatori «ragionevoli» parlano di «delirio», di «psicodramma». Sotto l'Assemblea Legislativa, durante la rivoluzione francese, si vede un cittadino ottenere gli onori della seduta dopo aver confessato ch'egli piscia a letto. Nel 1968, si sono intese le affermazioni bizzarre di persone che, a forza di non poter parlare a nessuno, si sono trovate chiuse nella loro idea fissa. Le assemblee popolai;-i assumono volentieri l'andazzo di un concorso per inventori un po' pazzi. I soviet del 1905 in Russia sono lanciati dal pope Gapone, che non sa più se è prete, rivoluzionario o agente segreto dello Zar. In una parola, vi sono delle forti tensioni fra la critica radicale e quasi patologica dell'istituito, da un lato, e dall'altro la necessità di sopravvivere, di organizzarsi per combattere. Ma è questa tensione fra la lotta anti-istituzionale e la lotta contro-istituzionale, tra il rifiuto di tutto e la necessità di organizzarsi, che conferisce la sua patina politica anti-statale alle esperienze « a caldo », in periodo ri208

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