R. LOURAU nell'autodistruzione dello stesso movimento bolscevico, sia tramite l'epurazione degli elementi più attivi, sia tramite la costituzione d'una mastodontica burocrazia, reclutata, almeno agli inizi, fra i ranghi dei militanti della prima ora. In tutti i casi d'istituzionalizzazione, ciò che viene preso di mira è la distruzione delle forze più istituenti, dunque i tentativi autogestionari, qualunque siano le loro forme e ideologie. L'istituzionalizzazione del movimento protestante in Europa, nel corso del sedicesimo secolo, significò la distruzione delle esperienze millenariste che tendevano a reinstaurare un comunismo primitivo (messa in comune delle terre e degli altri beni, rifiuto della gerarchia feudale ed ecclesiastica). La istituzionalizzazione definitiva della rivoluzione francese nel 1974 - Termidoro - è potuta servire di modello a molte altre « stabilizzazioni », ad esempio la distruzione del movimento rivoluzionario in Russia sotto Stalin. Le tendenze più libertarie, più audaci, che avevano fatto capolino prima del Termidoro sono state relegate nella soffitta delle utopie. Allo stesso modo nel 1848, in Francia: seguendo la curva repressiva della legislazione sulle riunioni e le assemblee popolari, dal febbraio '48 al 1850, si segue la curva della mtihlmanizzazione del movimento rivoluzionario. L'autogestione viene poco a poco sostituita dall'eterogestione, a misura che si regolamentano i circoli, chiudendo i più turbolenti, e rendendoli inoffensivi fino .a sopprimerli del tutto. Uno degli esempi più strabilianti, è quello della rivoluzione messicana, all'inizio di questo secolo. A partire dai movimenti di rivolta animati al nord da Villa e al sud da Zapata, si osserva il formarsi di un'organizzazione tipicamente borghese, la cui denominazione finale esprime tutto l'humour di cui è capace l'istituzione: Partito Rivoluzionario Istituzionale (P.R.I.). Questo partito, sessant'anni dopo l'inizio della istituzionalizzazione del movimento, è ancor oggi al potere! E che dire del «riconoscimento» del potente movimento autogestionario del 1962 nell'Algeria dell'indipendenza: pur avendo conservato, almeno all'inizio, un po' dell'entusiasmo istituente, la legislazione che non ha cessato di accumularsi sotto Ben Bella e Boumedienne è un funerale di prima classe dell'iniziativa rivoluzionaria dei fellah che avevano deciso di occupare e di gestire in proprio i beni lasciati vacanti dai grandi proprietari coloniali. La contraddizione fra l'energia ribollente e disordinata di un movimento sociale, da un lato, e dall'altro le esigenze d'una organizzazione per assicurare la sopravvivenza, gli scambi e la 204
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