Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

ISTITUZIONI o « lo sciopero per lo sciopero» (senza una piattaforma recuperabile) sono armi più efficaci della stessa autogestione, almeno in seno ai grandi centri di produzione o di distribuzione. In compenso, la lotta per l'autogestione di quei« beni vacanti» che sono le piccole e medie imprese fatte fallire dalle riconversioni capitaliste (officine Lip in Francia, cantieri navali in Scozia, ecc.) appariva spesso come una forma offensiva di resistenza operaia. E' chiaro, in ogni caso, che non esiste da nessuna parte un movimento autogestionario, nel senso di un movimento sociale con la sua ideologia, la sua base sociale, i suoi modelli di azione e d'organizzazione. Oltre le organizzazioni politiche e sindacali della sinistra e dell'estrema sinistra tradizionali, che tentano di colmare il loro vuoto ideologico cogliendo al volo quel gadget che è per esse l'autogestione, non vi sono che dei deboli nuclei anarchici che persistono a farsi portavoce del progetto. Bisogna ancora sottolineare che la corrente autogestionaria più vecchia - ossia la corrente anarchica - è divisa sul problema dell'autogestione, a proposito dei rapporti con la pianificazione oppure sul ruolo dei sindacati. Inoltre, un vecchio fondo di militantismo arcaico frena la spinta, in particolare quando si tratta di analizzare e di trasformare i rapporti sociali nell'immediato, nella pratica quotidiana, nei rapporti fra uomo e donna, nell'educazione, nei rapporti professionali o persino nei rapporti militanti. Tale è il contesto ideologico in cui mi colloco per parlare o scrivere a proposito dell'autogestione. Desidero ora affrontare due punti meno soggettivi e a mio avviso d'importanza capitale per una delucidazione del nostro programma. Da un lato, il ruolo dei determinismi di dimensione mondiale che gravano su di noi; dall'altro, le possibilità aperte al progetto autogestionario tramite l'analisi che è possibile fare del concetto d'istituzione nella prospettiva delle lotte anti-istituzionali. 2. Il futuro che ci determina Essere partigiano dell'autogestione, come essere partigiano delle diverse forme dell'eterogestione, è come scommettere sul futuro. Più esattamente, equivale ad immaginare certe linee di forza nel futuro e riflettere, a partire da quelle linee di forza, sulle condizioni di possibilità di questa o quell'altra forma sociale. L'immaginario domina in larga misura le concezioni sociali più « scientifiche » come le più « utopistiche ». Noi siamo de197

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