Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

SOCIETA' TARDO-CAPITALISTICHE inscindibili; sono l'uno connaturato all'altro. Ma questo legame non significa « predefinizione » dell'uomo in funzione dell'altro o viceversa, come non si identifica con una individuazione, deterministica e/o evolutiva, della direzione, dell'iter ad essi proprio. Questo perché essendo l'autogestione un progettoobiettivo che deve continuamente «misurarsi» con una realtà storica e una condizione concreta degli individui, mai « predeterminabile», essa stessa di per sé implica« il mutamento»; da ciò - seppur in via ipotetica - si può dunque affermare che alla medesima società autogestita sarebbe comunque proprio il mutamento. Mutare infatti le condizioni sociali dell'esistenza non può che essere un processo, un processo di cui occorre assumere però tutta l'ambivalenza. Da qui l'esigenza di sfuggire ad una predeterminata quanto indefinita logica del progresso e dell'evoluzione sociale, così come alla logica dello spontaneismo fine a se stesso in cui « la rivoluzione viene assunta come l'epilogo del processo e non come il processo stesso che, in quanto tale, non può avere fine ». Ed è in questo senso che « la rivoluzione o è permanente o non è nulla. Qui non si tratta di tornare alla "fatica di Sisifo", perché ogni tappa della rivoluzione ininterrotta non richiede di risalire ab infimo, ma di ripartire da dove si era arrivati...» (4). Ma se allora pur percependo questa connessione, non solo a livello teorico e di definizione ma anche a livello di prassi, fra autogestione e mutamento non risulta tuttavia « possibile » la costruzione di schemi di riferimento cui ricondursi costantemente, come può essere definita la strategia per un mutamento di carattere « autogestionario »? In qual modo, cioè, è praticabile una prassi che faccia riferimento ad un progettoobiettivo, e non ad un « modello », e si sviluppi in situazioni anche le più diverse? Ebbene noi reputiamo che due siano le « direzioni » verso le quali sia non solo possibile ma « praticabile » la riflessione e insieme la pratica sociale. Da un lato l'approfondimento e l'ulteriore puntualizzazione di quelle che possono definirsi come le specificità storicamente emergenti del progetto-obiettivo a livello teorico-concettuale. Dall'altro l'individuazione delle caratteristiche prevalenti della società in cui si vive ed opera onde assumerne le perma- (4) Cfr.: TOMASETTA L., Autogestione e partecipazione, Il Saggiatore, Milano, 1972; pp. 288 e seg. 191

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