GRAMIGNA SOVVERSIVA mono un« acuto antagonismo, una vera lotta per la spartizione del potere e dell'autorità» ed una delle cause sarebbe, guarda un po', la stravagante pretesa dei lavoratori di « ingerenza nel campo della direzione » per una « concezione primitiva secondo cui l'autogestione sopprimerebbe la divisione del lavoro». A maggior ragione, l'integrazione deve essere estesa a tutta la società, perché la divisione gerarchica del lavoro sociale non è un fenomeno riconducibile al solo ambito aziendale, né al colo ambito economico, ma riguarda per l'appunto tutte le funzioni sociali. Ed anche restando nell'ambito economico, bisogna riconoscere nello sfruttamento non solo l'aspetto quantitativo, ma anche quello qualitativo, che consiste nel riservare ad una minoranza i lavori più gratificanti mentre alla maggioranza spettano i lavori più ingrati, faticosi, frustranti. Il pulitore di fogne resta pulitore di fogne anche se si autogestisce. L'urbanista resta urbanista anche si si autogestisce. Possiamo ben immaginare un collettivo autogestito di facchini ed un collettivo autogestito di medici, possiamo persino immaginare ( è una astrazione difficile, lo ammetto) che essi si scambino il loro lavoro alla pari: un'ora di lavoro degli uni pagata come un'ora di lavoro degli altri, ma lo scambio resterà ineguale, lo sfruttamento qualitativo resta. Esso viene mascherato dal fatto che normalmente - e non a caso - ad esso si sovrappone quello quantitativo. Ma quando la norma paradossale per cui ai lavori più sgradevoli corrispondono i redditi più bassi viene contraddetta, la dimensione qualitativa dello sfruttamento diviene palese. Ad esempio, oggi uno spazzino guadagna più di un professore di liceo, ma non risulta esservi neppure un accenno di tendenza da parte dei professori a farsi assumere dalla Nettezza Urbana ... ... e la sua ricomposizione egualitaria La divisione gerarchica del lavoro sociale è dunque carica di significati disegualitari: sfruttamento, privilegio e soprattutto potere. Le ideologie del potere (capitalistiche o tecnoburocratiche che siano) giustificano la gerarchia con le necessità organizzative delle società complesse. Imbrogliano le carte, perché mescolano truffaldinamente due cose che non vanno necessariamente insieme. E' innegabile che, in strutture socio-economiche più articolate di una tribù di cacciatori-raccoglitori, la divisione sociale e tecnica del lavoro è in certa misura ineliminabile. E' innegabile che queste strutture, dall'azienda alla comunità locale e via via fino ai sistemi sociali più ampi, si 17
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