SPAGNA cooperativi di chiara origine autogestionaria, che rifiutano sia la vecchia proposta capitalista che le proposte stataliste dei partiti di sinistra. Più di 20.000 cooperative, di cui 7.000 agricole, con 5 milioni di soci e risorse economiche (soprattutto delle Casse Rurali e del Credito Industriale Cooperativo) che sono state valutate attorno ai 250.000 milioni di pesetas (20): questa è la forza attuale del settore cooperativo spagnolo, che rappresenta all'incirca il 10% delle attività socio-economiche e della forza lavoro del paese. I partiti politici e lo stesso Stato democratico (come indicano le lotte tra ministeri per assicurarsi la competenza ed il controllo sul cooperativismo) ambiscono a questa notevole forza sociale, che essi concepiscono solo negativamente, incapaci di comprendere il potenziale creativo e di mutamento sociale che implica l'autentico cooperativismo, negatore proprio delle mediazioni politiche e statali. I tentativi da parte dello stesso cooperativismo per creare una dinamica federativa sono finora stati deboli e inclini alla sua « capitalizzazione » partitica, ad esempio il Movimento Democratico delle Cooperative, con evidenti simpatie per il movimento cooperativo italiano, egemonizzato dal PCI. Anche il sindacato socialista, la UGT, ha creato la sua sezione di « orientamento» e proselitismo cooperativista. E' invece sorprendente la scarsa attenzione che gli anarcosindacalisti ed i libertari han prestato al movimento cooperativo, ad eccezione degli articoli pubblicati da alcuni propugnatori come Felix Carrasquer e Abraham Guillen, proprio dei settori eterodossi del1'anarchismo. Noteremo anche la simpatia espressa dalla rivista libertaria « BICICLETA », che è essa stessa una cooperativa, verso i legami tra cooperativismo e autogestione (21 ). Come sottolinea questa rivista, il merito delle cooperative nell'attuale crisi dell'economia capitalista è la creazione di una' alternativa facile, immediatamente praticabile e socialmente giusta, allo « sciopero degli investimenti » attuato nel postfranchismo da una classe imprenditoriale ancora diffidente. Piuttosto che finire disoccupati accettando la chiusura delle aziende, i lavoratori possono assumersi direttamente la produzione; e alla collettività risulta più economico finanziare con (20) J.L. Guinea, Il cooperativismo in Spagna, El Pais, 24-5-1978. (21) « Bicicleta », n. 1, nov. 1977: « Una cooperativa è un gruppo di affinità nel campo del lavoro»,; n. 8, ott. 1978: « fondare una cooperativa è un modo efficace di lottare contro la disoccupazione mantenendo i posti di lavoro e facendo un passo avanti verso la autogestione ». 167
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