J. ELIZALDE no l'energia rivoluzionaria della CNT, questa accettazione unanime del concetto autogestionario si è trasformata in polemica: i gruppi che in nome del classico operaismo rivoluzionario, cercano di riaffermare la CNT prioritariamente come un sindacato (naturalmente federalista ed autonomo, ma anche strettamente professionale, depurato quindi da quella specie di « pozzo senza fondo » di cui la variopinta militanza libertaria ed anche « fricchettona » cercò di trasformare la CNT, nella illusoria fase di ricostruzione del 1976-77), tutti questi gruppi, più o meno collegati da una « affinità anarcosindacalista », e che vanno da un sindacalismo assembleare ripreso dal marxismo, dal cattolicesimo e altri « ismi » autoritari, fino ali' esilio più classico e « puro », rivendicano il senso produttivista dell'autogestione, identificato ad esempio nelle collettività della guerra civile, il cui successo è stato talora misurato da qualche studioso libertario nella loro capacità di aumentare la produzione ( !) più che di eliminare la zavorra autoritaria e parassitaria sulla vita sociale. Invece, sia all'esterno (dov'è oggi la maggioranza dell'area libertaria) sia ancora all'interno della CNT (ma con metodi rozzi ed autoritari come l'esigere espulsioni e l'imporre ortodossie, entrando così nel gioco implacabile della lotta per il « potere confederale » ), si cerca di adottare una definizione di autogestione come principio globale di ricostruzione sociale, esistenziale, propugnando così una CNT che non sia un sindacato, ma una risposta libertaria integrale ai problemi del lavoro, nella prospettiva dell'abolizione dei rapporti salariali, e della stessa concezione produttivista dell'economia condivisa da capitalismo, socialismo politico e persino dall'anarcosindacalismo classico in quanto sindacalismo (18). Il problema è che, nella misura in cui oggi i rapporti economico-lavorativi sono concentrati a livello mondiale in una ventina di imprese multinazionali e di superpotenze statali, impostare l'autogestione su un piano strettamente economicolavorativo, e non come un'alternativa integrale di vita coscientemente al di fuori di tale concentrazione produttivistica, ne- (18) Per una ridefinizione di questi princìpi a favore di una Confederaci6n NATURAL del Trabajo, nell'ambito dell'attuale crisi cenetista, si veda il mio articolo Cause della crisi nella CNT, su « Bicicleta », n. 10, nov. 1978.Con la stessa prospettiva, si veda Orrantia, Por una alternativa libertaria y global, Madrid, Zyx, 1978, frutto delle discussioni del gruppo libertario basco Askatasuna. 164
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