Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

SPAGNA singolarmente, che non tutte le storiche difficoltà opposte dalla natura, alla quale si volge invece la speranza angosciata di coloro che percepiscono l'inumanità dell'attuale «società umana». Le relazioni sociali più elementari, che storicamente furono di mutuo appoggio (il mercato nella piazza del villaggio, lo sfruttamento dei boschi, delle montagne e delle terre, l'utilizzazione di un fiume, la pesca, la costruzione di strade o canali, ecc.), sono oggi di sfruttamento e di autoritarismo. L'autogestione consisterebbe nel modificare questa caratteristica degenerata, nata dalla politica e dal mercantilismo, per recuperare, nelle diverse condizioni demografiche e tecnologiche attuali, il senso umano del lavoro comune. Il problema è che, a questo punto del XX secolo, la diseguaglianza capitalistica e la politica coattiva hanno in tal modo abituato gli esseri umani all'autoritarismo ed allo sfruttamento, che le stesse capacità spontanee della specie umana all'aiuto reciproco sembrano gravemente lese. Partendo dunque dall'affermazione che l'autogestione non è un elemento spontaneo, ma deve avere un senso terapeutico, volontaristico, si propone qui il seguente concetto di autogestione: creazione e controllo, diretti ed immediati, dei rapporti sociali di mutuo appoggio da parte degli stessi interessati. Spieghiamo la definizione: si tratta, innanzitutto, di rapporti sociali di mutuo appoggio, cioè, l'opposto del tipo di rapporti sociali oggi predominanti, ragion per cui occorrerà lottare per l'abolizione del mercantilismo capitalista, sia nel suo aspetto di sfruttamento salariale che nel suo effetto isolazionista, fomentatore dell'egoismo privato. Si tratta in secondo luogo della creazione di nuovi rapporti: non di una restaurazione tradizionalista, rigida o passiva, quanto dell'invenzione volontaria e federalista di interconnessioni comunicative tra gli esseri umani. Si tratta, in terzo luogo, di controllare questi rapporti in modo diretto e immediato: non di «decentrare» un controllo burocratico, ma di abolire l'autoritarismo arbitrario o programmato, esterno al piccolo gruppo in grado di praticare l'auto-controllo. Si tratta in.fine di vedere come protagonisti di tutto il processo quelli direttamente interessati, coloro che hanno un interesse personale in questi nuovi rapporti: di fronte ai corpi parassitari, alle caste, alle burocrazie o alle « avanguardie » mediatrici, occorre ristabilire la demo-acrazia diretta. Così « attrezzati », con un'analisi critica del quadro storico 157

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