Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

SPAGNA l'appoggio nazi-fascista, ed in una Spagna ormai urbanizzata ed industriale (2), le vecchie radici rinverdiscono in effetti con frutti polemici e molteplici. Nell'attuale dibattito sulla autogestione in Spagna oggi, si possono individuare almeno quattro posizioni chiaramente differenziate: a) un socialismo politico, con sfumature diverse secondo i vari partiti, che aspira ad un sindacalismo come cinghia di controllo « dall'alto in basso » e che utilizza l'ideale autogestionario in senso elettorale; b il vecchio anarcosindacalismo, oggi marginale dopo una promettente riorganizzazione iniziale, ma in ogni caso collegato a forti tendenze autogestionarie ed assembleari-consigliari nate nel movimento operaio e popolare nel periodo clandestino antifascista; c) un movimento cooperativo molto ampio, fondamentalmente apolitico, che cerca di trovare princìpi propri in questa transizione dalla dittatura alla democrazia caratterizzata dalla crisi di molte aziende e dalla volontà operaia di trovare alternative sia al socialismo statale che al capitalismo privato; d) vari gruppi autonomi, giovanili e controculturali, che si emarginano dalla democrazia attraverso una crescente astensione dalla vita politica, ma che rifiutano anche il produttiviancora viventi: citiamo ad esempio la comparsa nel 1978 di: Gutierrez, Colectiviaa4es libertarias en Castilla, Madrid, Campo Abierto; « Los de siempre », Las colectividades campesinas (1936-39), Barcellona, Tusquets; Chiapuso, Los anarquistas y la guerra en Euskadi: la comuna de S. Sebastian, S. Sebastian, Txertoa; Garcia, Colectivizaciones campesinas y obreras en la revolucion espafzola, Madrid, Zyx. A tutto ciò si assommeranno gli effetti dell'apertura degli archivi del Movimento Libertario Spagnolo, con la loro ricchissima documentazione storica, depositati dal 1939 nell'Istituto di Storia Sociale di Amsterdam, che sicuramente sono destinati a moltiplicare questa messe di ricerche. (2) Tra le varie descrizioni e teorizzazioni sulla transizione dall'autoritarismo dittatoriale alla democrazia politica, quella che sta elaborando il mio compagno Julian Santamaria, del Dipartimento di Teoria dello Stato dell'Università Complutense di Madrid, per il Congresso di Scienze Politiche che si terrà in agosto a Mosca (e al quale verrà presentato anche questo rapporto, se il tc::mpo e l'autorità non l'impediranno), è quella a cui dò maggior credito. D'altro lato, ritengo più suggestive le opinioni coscientemente personali su questo periodo della storia spagnola (citiamo ad esempio quelle di Rama, Espafza. Cronica entrafzable. 1973-1977, Barcellona, Grijalbo, 1079, o di Aranguren, La democracia establecida: una critica intelectual (1975-1978), Madrid, Taurus, 1979), rispetto alle versioni più o meno s_cientifiche o propa, gandistiche di Carr-Fusi, Carrillo, Fraga, ecc. 155

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