TEORIA DEI BISOGNI la conoscenza da parte degli enti produttivi, ha portato in genere al declassamento degli elementi professionali, eccezione fatta per poche organizzazioni, dove esso è stato risolto nel modo che vedremo. Questa tematica non può essere affrontata qui. Rimandiamo semplicemente alla letteratura sugli ingegneri che è molto istruttiva: essa rivela con particolare evidenza come la professionalità sia strumentalizzata e compressa quando la si sottopone ad un ordinamento gerarchico che considera la conoscenza un semplice mezzo per i suoi fini (19). Nella media impresa autogestita, invece, le funzioni professionali possono conservare la propria autonomia come tutte le altre: esser poste cioè in grado di esprimere i punti di vista e le esigenze professionali nel quadro generale dell'impresa. I principi di autodeterminazione e di partecipazione giocano in questo caso come antidoti alla burocratizzazione che minaccia la professionalità nell'impresa capitalistica. Infine, le funzioni esecutive. Tenute da sempre fuori dalla direzione dell'impresa, considerate acefale dal taylorismo e ipocritamente rivalutate dalla scuola delle relazioni umane, esse acquistano, in una prospettiva autogestionale, una dignità mai conosciuta. Se l'automazione si svilupperà, si può pensare che queste funzioni raggiungano i livelli della semi-professionalità (20). Secondo Pierre Naville, i processi di automazione possono al limite eliminare la parcellizzazione del lavoro, assecondare la ricomposizione delle mansioni e la riappropriazione dei fini (21). Dal punto di vista dell'autogestione, questa prospettiva fa. vorisce i lavoratori esecutivi perché li avvia alla padronanza dei fattori produttivi, gestionali ed organizzativi, abituandoli a partecipare con conoscenza di causa alle decisioni. Essa è importante anche perché può determinare col tempo la scomparsa di quella resistenza ad assumere responsabilità che è stata no- (19) Si vedano principalmente i saggi di Robert Perrucci, Engineering: Professional Servant of Power, in The Professions and Their Prospects a cura di Eliot Freidson, Sage Publications, Beverly Hills-London 1971,pp. 119-133e di F.H. Goldner, R.R. Ritti, Professionalization as Career lmmobility, in « American Journal of Sociology », marzo 1972, pp. 489-502. (20) Sulle occupazioni semi-professionali si veda, The Semi-Professions and Their Organization. Teachers, Nurses, Social Workers, a cura di A. Etzioni, The Free Press, New York 1969. . (21) Pierre Naville, Vers l'automatisme social? Problèmes du travail et de l'automation, trad. it. Franco Angeli Ed., Milano 1976. 149
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