G. P. PRANDSTRALLER capitale contribuisce ad accentuare il carattere organizzativo, anziché integrale, dell'autogestione che vi si può ragionevolmente realizzare: l'assenza della proprietà «collettiva» riduce infatti l'interesse dei lavoratori per le sorti dell'impresa e li allontana da una partecipazione impegnata. Il tipo di proprietà si armonizza fatalmente con la tendenza degli organi direttivi a distanziarsi dalla massa dei lavoratori. Questa distanza può essere corretta, ma è difficile pensare che le interferenze della politica e gli inevitabili giochi di potere degli alti funzionari permettano di spingere la democratizzazione interna fino a livelli profondi. Nella misura in cui ciò sia possibile, sussistono per la grande impresa autogestita problemi organizzativi importanti, teoricamente vicini a quelli esistenti nella media impresa: in quest'ultimo caso però essi si presentano in una forma più libera da condizionamenti e quindi più significativa. E' opportuno accennarne di conseguenza esaminando la media impresa: nella grande essi possono ricevere soluzioni soddisfacenti in quanto ciò sia consentito dai fattori limitativi sopra ricordati. Le polarità fin qui esaminate - piccola impresa e grande impresa - possono essere in un certo senso definite come espressioni semplificate dei problemi dell'autogestione. La struttura di queste entità è infatti relativamente semplice, nel primo caso per la possibilità di attribuire alle poche persone associate tutte le funzioni, nel secondo caso perché - essendo la funzione imprenditoriale oscurata da una normativa trascendente - il principale, benché non unico, problema è quello di attribuire alla base un sufficiente controllo sulle persone preposte alla gestione. Le cose si complicano quando nell'impresa operano tutte le funzioni classiche e nello stesso tempo l'ente ha dimensioni tali da non consentire la fusione dei compiti come nella piccola impresa. Questa situazione si configura tipicamente nella media impresa, che perciò forma un argomento di riflessione molto importante nella materia che qui interessa. Nella media impresa infatti: a) deve esistere una funzione imprenditoriale di tipo innovativo che assicuri all'impresa l'aderenza alle richieste: essa infatti risponde ai bisogni del contesto ,senza essere vincolata a una programmazione imperativa ma seguendo, al più, linee orientative o programmi generici; b) inoltre, funzioni direttive ed esecutive che permettano il raggiungimento degli scopi dell'impresa; c) tutte queste funzioni devono essere controllate dagli associati attraverso un meccanismo che non può essere quello della piccola impresa. Da un 146
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==