Interrogations - anno VI - n. 17-18 - giugno 1979

ECONOMIA zione dei dati raccolti. Questa fase comporta l'intervento di « tecnici del piano » che coordinino i dati e (pur dando per scontata la massima oggettività possibile) permane un lato di soggettività, fortunatamente ineliminabile in ogni individuo. L'elaborazione contiene delle « sacche di discrezionalità», così come la « lettura » del responso o dei responsi del computer implica, di fatto, un'altra discrezionalità che si ripropone anche nella formulazione delle varie soluzioni di piano. Anche non tenendo in considerazione l'inattesa, quanto vera, autocritica di Giorgio Ruffolo: « Nel piano, l'elaborazione della funzioneobiettivo stabilita dai burocrati passa attraverso il filtro dei loro interessi di classe » (46), bisogna riconoscere che i « tecnici del piano » non sono degli automi e che pur annullando ogni loro interesse particolare appronteranno delle soluzioni che scaturiscono da un processo decisionale nel quale loro sono una componente tutt'altro che irrilevante e che risentirà della loro soggettività. Infine l'ultimo problema: con quali modalità e attraverso quali meccanismi le « soluzioni di piano » ritorneranno agli interessati? Come avverrà la scelta? Tutto molto complesso, forse non insuperabile, ma resta il fatto che il momento della elaborazione, della lettura e della formazione delle « funzioniobiettivo » rimane un nodo irrisolto nel processo programmatorio di tipo libertario. La complessità, le competenze che richiede e la discrezionalità che la programmazione, di fatto, possiede fanno sì che essa sia un ambito privilegiato per la formazione di una « funzione dirigente » capace di investire la globalità della società. Una funzione che si legittima grazie alla capacità di trovare soluzioni efficienti. Inoltre anche se la pianificazione fosse unicamente« indicativa» bisogna riconoscere che il condizionamento « tecnico e morale » dell'ufficio studi della pianificazione potrebbe risultare vincolante tanto quanto le direttive della pianificazione autoritaria. Senza tralasciare di menzionare il fatto che la pretesa uguaglianza tra imprese, consumatori e ufficio del piano sarebbe solo formale stante il diverso grado di conoscenze. Inoltre la rotazione degli incarichi risulta più difficoltosa perché richiede competenze troppo specializzate, traducendosi in un momento di capitalizzazione (individuale o di gruppo) delle conoscenze atte a dirigere l'intera società, pre- (46) cfr. G. Ruffolo, Socialismo di mercato ..., op. cit., pag. 82. 127

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