L. LANZA E' dunque sul contesto socio-economico generale che preferisco puntare l'attenzione evitando qui una disamina approfondita del problema valore, peraltro ancora irrisolto. Anche l'economia dell'autogestione, pur rivalutando l'elemento lavoro come « costo sociale reale » (30) di un prodotto non può eliminare l'elemento desiderabilità che non necessariamente rispecchia il costo dello stesso. Se si accetta il valore di scambio come strumento per la pratica determinazione delle quantità e delle qualità dei beni da produrre, allora è necessario dotarsi di uno strumento che permetta al valore di scambio di tradursi in una misura generalmente comprensibile, che permetta quindi (sembra un gioco di parole) di scambiare i valori di scambio: la moneta. So benissimo di suscitare una « crisi di rigetto » perché in tutti noi anarchici è fortemente radicato « il principio antimonetario », ma anche in questo caso bisogna rendersi conto che è sulla funzione della moneta in regime capitalistico o tardo-capitalistico (cioè alla sua capacità di trasformarsi in capitale) che le nostre critiche si accentrano, non sulla moneta in quanto tale. A questo proposito ritengo utile per l'esame del problema e per formulare un'ipotesi di lavoro, riportare alcuni stralci del documento « Esempio di riforma monetaria e schema della circolazione fiduciaria in una economia sociale » redatto da un gruppo di militanti della CNT del sindacato tessile di Catalogna nel 1936 (31). Il documento innanzi tutto chiarisce che « Il sistema monetario è un sistema di misurazione e di confronto del valore delle cose, esattamente come il sistema metrico è un sistema di misurazione e di confronto delle dimensioni delle cose. La sopFeltrinelli, Milano 1973, pagg. 241-242, è molto esplicito: « L'argomento che qui Engels svolge contro Di.i.ring è sostanzialmente lo stesso che trent'anni prima Marx aveva svolto contro Proudhon. Marx affermava decisamente che la legge del valore non avrebbe più operato dopo la fine della produzione mercantile ... Non c'è alcun passo nel quale Marx dica, esplicitamente o implicitamente, che i rapporti di scambio nel socialismo saranno fatti eguali ai rapporti di lavoro incorporato. Per Marx la legge del valore era una cieca legge elementare, che operava indipendentemente dalla volontà dell'uomo nel determinare i rapporti di scambio nel sistema della produzione mercantile e solo in esso ». (30) cfr. M. Lippi, Marx: il valore come costo sociale reale, Etas, Milano 1976, pag. 6. (31) cfr. F. Mintz, L'autogestion dans l'Espagne révolutionnaire, BéIibaste, Paris 1970, pagg. 151-155. '120
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