L. LANZA non dovrebbe produrre effetti negativi, la seconda è configurabile come luogo di formazione di un « potere potenziale » ( 6). Risulta inoltre evidente che la verifica di quest'ultima risulta più complessa, a meno di non cadere nel semplicismo fideistico di un Besnard (7). Se dunque nell'organizzazione federativa, e anche nell'articolazione dell'unità produttiva, sono necessarie deleghe di funzione, occorre privare questo « mezzo di potere » delle « strutture sociali di potere » (8) nelle quali la potenzialità diviene attualità. Il principio che informa la procedura della delega si realizza nel privilegiare l'efficacia sociale rispetto a criteri di pura efficienza tecnico-economica. Ciò significa, qualora sia impossibile sopprimere le funzioni, impedire che esse diventino ruoli sociali fissi facendole ruotare tra quanti più soggetti possibile, secondo tempi e modalità sia connesse alle funzioni stesse, sia determinate dalla volontà collettiva. Parafrasando Pierre Clastres (9) si può adottare questa« penalizzazione » della funzione: il debito è la categoria politica più sicura per valutare lo stato di una società, il suo configurarsi cambia con il mutare del senso del debito. Dove le funzioni (e quindi i soggetti che le esercitano) sono in situazione debitrice verso la società, là siamo in presenza di una società indivisa, poiché il potere risiede omogeneamente nel corpo sociale. Quando è la società in debito verso le funzioni è perché il potere si è separato dalla società e concentrato in poche mani, producendo la scissione del corpo sociale in dominanti e dominati. (6) Roberto Guiducci, con un'intuizione molto originale, tende a ribaltare il contenuto di potere insito nelle istanze superiori: « E non c'è bisogno che i livelli superiori, oltre quello dei Consigli siano anche organi di potere. Questi altri livelli possono essere discendenti e non ascendenti, semplici luoghi di coordinamento delle scelte fatte a livello dei Consigli». R. Guiducci, La città dei cittadini e la società dei socialisti, in AA.VV., Il marxismo e lo Stato, Edizioni Mondoperaio, Roma 1976, pag. 60. L'ipotesi è interessante, ma ancora tutta da analizzare e da dimostrare. (7) cfr. P. Besnard, Il mondo nuovo, op. cit., pag. SO: « Coloro che esso (il lavoratore) designa per esercitare funzioni tecniche ed amministrative non possono, se egli realmente lo vuole - e bisogna che lo voglia - esercitare alcuna autorità. Essi non possono e non devono essere che gli esecutori delle sue decisioni. Egli li controlla costantemente e li revoca a sua discrezione ». (8) cfr. F. Onofri, Potere e strutture sociali, Etas, Milano 1967, pag. 79. (9) cfr. P. Clastres, Società contro lo stato, società contro l'economia, in An. Archos, n. 1, gennaio/marzo 1979, pag. 22. 110
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