A. MEISTER privata, ne limitano il diritto con un piano o un insieme di regole e di vincoli, e dove le unità economiche (private o cooperative) perdono una parte della propria autonomia di gestione. I limiti di questo articolo non ci permettono di prendere in esame questi casi misti. 10. Ritorniamo al caso della cooperazione in ambiente liberale. Notiamo che qui si può parlare veramente di autonomia, mentre è falso parlarne a proposito dell'autogestione (se non come « grado di autonomia»). Per il fatto stesso che esiste tale autonomia, la scala di misura della cooperazione è il gruppo medesimo e la sua esperienza di self-management. Non potendosi porre come esperienza a livello nazionale (se non verbalmente, come intenzione) il gruppo cooperativo è così portato all'introversione. Da ciò deriva, più spesso che nell'autogestione, l'approfondimento delle esperienze di gestione collettiva, l'importanza data alla partecipazione di tutti i lavoratori e al funzionamento della democrazia industriale. 11. Mentre l'autogestione è uno strumento per coinvolgere la popolazione nella realizzazione di un piano e, dietro tale piano, di finalità ideologiche, la cooperazione agisce in un clima sociale completamente diverso: anche quando si dà un'ideologia di tipo socialista, la cooperazione giunge ben presto, per la sua marginalità, a centrarsi su se stessa. Anche se parte da posizioni socialiste e da un atteggiamento volontarista e militante, il clima generale della società liberale le impedisce di portare a compimento il tentativo di trasformare la società. Da ciò, ancora una volta, viene favorita l'inclinazione verso l'introversione. 12. Il favore attuale per il non-dirigismo, per l'espressione democratica di tutte le opinioni, per la partecipazione di tutti, deve essere considerato in relazione a tale pressione ideologica del mondo liberale. Ciò che viene privilegiato è la trasformazione individuale e il processo di tale trasformazione, non gli obbiettivi che bisogna raggiungere: la partecipazione diviene un obbiettivo in sé e per sé. Si noti come tali caratteri siano diversi da quelli dell'autogestione, strumento (e non fine) di un programma (il piano) di integrazione e di mobilitazione (collettiva) per la costruzione di una società socialista. 13. In altri termini, il non-dirigismo attraverso cui si esprime l'approfondimento del self-management cooperativo (e, come vedremo, lo stesso può dirsi per la formazione) rappresenta una sorta di vicolo cieco ideologico: siccome non 102
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==