Interrogations - anno V - n. 16 - ottobre 1978

LA QUESTIONE PROUDHON posto all'inizio di queste note: il rapporto, cioè, fra socialismo e potere. Di fatto quali sono state, in concreto, le risposte alla proposta dell'autogestione, alle accuse specifiche della natura liberticida del comunismo autoritario, alle anticipazioni sullo sbocco inevitabilmente totalitario della presa marxista del potere, tutte domande ineludibili che scaturivano inevitabilmente dal confronto, sia pure falso, fra Lenin e Proudhon? Ebbene, non ci sono state risposte, se non s'intendono per esse i monologhi di maniera dei vari Corvisieri e C. Non ci sono state risposte perché non si puo rispondere, perché non sanno cosa rispondere. I termini della nostra alternativa A questo punto rimangono (corne sempre, del resto) la nostra via e le nostre proposte. Ma esse non si presentano più corne un percorso lineare, unico e introntrovertibile. Va messa sul conto infatti un'accresciuta complessità storica che neppure l'anarchismo, il pensiero emancipatore più alto apparso finora nella storia umana, aveva previsto completamente. Vero è che la storia ha sostanzialmente dato ragione aile previsioni anarchiche, ma si tratta purtroppo corne sappiamo di una ragione in negativo. In tutti i casi le analisi e le intuizioni formulate dall'anarchismo, che non hanno mai costituito un sistema omogeneamente articolato, si sono rivelate qualitativarnente giuste ma quantitativamente insufficienti. Con questo vogliamo dire che pur avendo compreso quali erano e sono i nodi fondamentali dell'emancipazione, l'anarchismo ha finito a volte col sottovalutare l'infinita complessità del reale che dobbiamo finalmente riconoscere irriducibile a spiegazioni univoche. Non si tratta di riproblematizzare l'anarchismo, corne voleva fare in un certo senso Berneri, ma di riculturalizzarlo, partendo, non occorre dirlo, dall'anarchismo stesso. Da questo punto di vista il problema antico della rivoluzione libertaria ed egualitaria, corne realizzare cioè il massimo di libertà e di uguaglianza per tutti senza contraddittoriamente imporla, acquista un nuovo significato per aver l'anarchismo decantato dentro di sé molteplici esperienze esaurendole fino in fondo e quindi bruciando mol te illusioni ma anche moite speranze ed energie. Fermo l'indissolubile binomio malatestiano - ottimismo della fede, pessimismo della ragione - possiamo forse far tornare utile questo ripensamento su Proudhon (a dire il vero in noi mai spento). Ripensare Proudhon in questo caso significa proprio rivedere corne un certo anarchismo costruttore e positivo, 24

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