NICO SERTI - FRANCESCO CODELLO do e profetico accusatore della natura intrinsecamente totalitaria del marxismo, della sua inevitabile realizzazione burocratica, della sua conseguenziale pratica liberticida: è insomma il Proudhon che prevede le tappe storiche del comunismo autoritario proprio partendo da una critica centrale di Marx, il Marx costruttore appunto, di una ideologia del potere, ma non di una scienza della politica (12). In questo senso il dibattito su Lenin si presenta percià corne un falso problema che da un certo punto di vista puà anche momentaneamente accontentare un po' tutti: è una tregua per i marxisti che dopo esser stati costretti a buttare a mare Stalin si trovano ora nella necessità di buttare a mare anche Lenin, pur di salvare Marx (questa la loro pia speranza); è una tregua per i socialisti non marxisti, o tiepidamente marxisti, perché moiti non hanno le idee chiare in proposito e in tutti i casi hanno paura di portare fino in fondo la logica di questo ragionamento. Riassumendo, si puà dire dunque che tutto il senso della contrapposizione fra Lenin e Proudhon va visto corne un'avvisaglia di un confronto, prima o poi, inevitabile: il confronto fra la storia del marxismo (leggi leninismo, stalinismo, gulag) e I'ideologia marxista, a partire direttamente da Marx. E proprio dalle varie interpretazioni della storia del movimento operaio e socialista, cosi corne si è configurato sotto il segno egemonico leninista e stalinista, si ha la prova più evidente di quello che andiamo dicendo. Qui, infatti, si possono misu- (12) Il brano proudhoniano citato da Craxi nel suo famoso « saggio » è ricavato da una pagina celebre De la capacité, cit., dove Proudhon, appunto, delinea e anticipa gli esiti necessariamente totalitari del comunismo accentratore. C'è da dire, per la verità, che Proudhon non si riferiva al modello comunista proposto dai marxisti, ma a quello della Commissione del Lussemburgo che aveva, fin dal 1848, concepito un programma comunista sulla scia delle idee di Cabet, Owen, Campanella, Tomaso Moro, cioè sulla scia della scuola comunista utopistica e « pre-scientifica » ante Marx. Questo spunto ha dato l'occasione a Paolo Spriano, storico ufficiale del P.C.I. di attaccare polemicamente Craxi accusandolo di ignoranza o di mala fede (P. SPRIANO, Ecco le fonti di Craxi, in Rinascita, 1 settembre 1978). La polemica di Spriano ci sembra assai penosa, non solo perché la sostanza di queste critiche Proudhon le rivolse a più riprese anche verso Marx (o adesso risulta che sono sempre stati d'accordo? In effetti, con i comunisti ci si puè>aspettare di tutto), ma anche e soprattutto perché il comunismo marxista ha perfettamente realizzato il disegno totalitario di quello utopistico, ne! senso che quella pagina di Proudhon sembra una fotografia della Russia sovietica! Come si vede, peggio ancora che Proudhon avesse criticato direttamente il comunismo di Marx. 18
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