Interrogations - anno V - n. 16 - ottobre 1978

LA QUESTIONE PROUDHON to comunista italiano, se non si parte ancora una volta dalla riflessione sulla mancata scienza della politica in Marx. Tutto il significato della polemica risulta infatti falsato perché invece di risalire alla causa si discute sugli effetti. Il fatto è che una critica a Marx diventa particolarmente difficile non solo per la fortissima egemonia ed influenza marxista sulla cultura italiana, ma anche perché una volta imboccata questa strada non rimangono che due (e due sole) alternative: o si critica Marx partendo da posizioni liberali, o si critica Marx partendo da posizioni libertarie. In entrambi i casi si puè>capire il più che giustificato imbarazzo della scelta e perciè> i salti mortali (leggi dialettici) per non scegliere. In questo senso i comunisti e tutti quelli che pur non essendo comunisti si richiamano alla validità scientifica di Marx, hanno apparentemente buon gioco ad accusare i socialisti di confusionismo. Veramente non di confusionismo si tratta, ma di oggettiva carenza di alternative ideologiche e politiche, di oggettiva carenza cioè di una scienza della politica che non sia liberale (riconoscimento pieno ed espli~ cito del potere, sia pure corne minimo potere possibile), o anarchica (affermazione della pressoché assoluta impossibilità di modificare il potere, di « proletarizzarlo » o « democratizzarlo », di renderlo storicamente transuente e contingente). Vi è a questo proposito una prova chiara data da chi, corne Pellicani, ha scelto chiaramente e onestamente la via liberale senza abbandonare la critica anarchica, anzi tentandone un'ardita sintesi storico-politica (che perè> non ha fondamento né avvenire): spiegare lo sviluppo e gli esiti storici del marxismo con la diagnosi anarchica, proponendo perè> una futura terapia liberale ( 11). D'altra parte i marxisti coscienti e conseguenti si trovano in un imbarazzo ancora più grave quando tentano la spiegazione del rapporta fra l'ideologia di Marx e gli esiti storici del socialismo. E' questo il vero nocciolo dell'intera «querelle» su Lenin, complicata dalla sortita socialista su Proudhon. In altri termini per capire perché tale sortita ha provocato tanta rabbia fra le file comuniste, bisogna aver chiaro subito che non la critica a Lenin è risultata indigesta, ma quella implicita e fondamentale a Marx che significa critica alle fondamenta stesse dell'intero patrimonio storico-ideologico del comunismo mondiale. Il Proudhon scoperto dai socialisti è proprio il luci- (11) Si veda l'intervista apparsa su A. Rivista anarchica, ottobre 1978. 17

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