LA QUESTIONE PROUDHON di Proudhon non paga percio nessun prezzo all'interclassismo, anzi si deve dire che <love c'è questo non vi puo essere quello (7). Ben diversa è invece la lettura socialista della proposta autogestionaria del teorico anarchico. Per il PSI, si tratta in questo caso di portare a compimento un disegno ambizioso: avallare teoricamente una volta per tutte l'interclassismo per anni praticato nei fatti. Dare cioè una sanzione teorica alla rinuncia definitiva della lotta di classe proprio con una trovata che si presta ad una interpretazione « rivoluzionaria » e « libertaria »: l'autogestione, appunto. Come essa diventi subito, negli intenti socialisti, cogestione e quindi interclassismo, si desume oltre che dalle dichiarazioni esplicite di alcuni intellettuali (8) anche dalla stessa lettura complessiva del « progetto socialista » approvato dal recente congresso di Torino (9). Il pluralismo sociale concepito da Proudhon corne la necessaria condizione postrivoluzionaria per il mantenimento e lo sviluppo della libertà di tutti, assume qui il significato di equilibrio e di mediazione fra gli interessi contrapposti delle classi che non vengono abolite, ma ridimensionate. Cosi il sincronismo proudhoniano della lotta economica contra il potere, dell'autogestione immediata della vita sociale in opposizione a quella politica, si fa condizione permanente di immobilità del presente teso all'armonizzazione delle classi dentro il quadro di un capitalismo riformato. Il capitalismo non viene abolito, spiegano i socialisti: 1) perché non si puo abolire quello che ormai non esiste più; 2) perché il mercato, vale a dire cio che ancora rimane della forma sociale e istituzionale del sistema economico che chiamiamo capitalismo (ma che in realtà è un sistema misto di proprietà pubblica e privata) non deve perire perché su tale forma si fondano tutte le nostre libertà politiche. Riprendendo proprio il fondamentale concetto marxista del rapporto fra struttura e sovrastruttura, si afferma ora che senza (7) Come è noto Proudhon ha sviluppato soprattutto nella Capacité politique des classes ouvrières, la sua ultima grande opera, l'idea fondamentale dell'autogestione. Ebbene non passa pagina in quest'opera che non sia riaffermata continuamente l'incompatibilità di classe esistente fra i gruppi dominanti e i grupppi dominati. Cfr. comunque P. J. PROUDHON, De la capacité ... pp. 60-70. (8) Si veda ad esempio l'intervista a Luciano Pellicani proprio su questo argomento apparsa sull'Espresso. (9) Il progetto socialista, Roma, 1978. 15
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==