LA QUESTIONE PROUDHON già impacciata intellighenzia marxista che, di fronte all'irreversibile fine di malte certezze, non ultima, appunto, quella di illudersi di comandare le leggi della politica seconda metodi ideologici, si è trovata in grave imbarazzo dopo la pubblicazione del« saggio » di Craxi (2). Tutti sappiamo che non sono state dette cose nuove, ma il fatto che siano state fatte proprie dal segretario del P.S.I., sia pur stravolgendole completamente in chiave neo-riformista, ha creato un grande allarme fra gli intellettuali comunisti: la polemica ideologica si era infatti trasformata non solo in una vera e propria polemica storica (critica e svalorizzazione di tutta la storia leninista del movimento operaio), ma anche e soprattutto in una polemica politica. Cosl dentro la dibattuta e complessa questione teorica sul e del potere, si profilava ora una possibilità concreta di rottura della sinistra e comunque la fine della soggezione politica, culturale e ideologica dei socialisti verso i comunisti. Da qui bisogna partire se si vuole capire tutta la « bagarre » che ne è seguita e che ancora a tutt'oggi non tende a spegnersi. Innanzitutto il nodo principale affrontato e posta sul tappeto da alcuni intellettuali socialisti raccolti attorno alla rivista Mondoperaio, è un problema mal posta e rivela ambiguità e contraddizioni non indifferenti. Infatti, tentare una liquidazione definitiva del leninismo corne molti di essi vorrebbero, senza porre il problema dei nessi organici che legano (senza soluzione di continuità) il giacobinismo leninista al pensiero di Marx, è costruire in realtà un'immagine falsa sia dell'uno che dell'altro. Presentare il leninismo solo corne specificità di un preciso contesta storico (la Russia contadina e arretrata) o corne l'estrema espressione autoritaria dei « rivoluzionari di professione » tesi alla costruzione del partito-Stato, quale effetto di un mancato processo democratico del marxismo, significa non far chiarezza sul punto fondamentale esposto sopra: che cioè il marxismo non ha una scienza della politica, ma solo un'ideologia del potere. Un'ideologia, qui intesa proprio nel più stretto senso marxiano del termine, diretta alla mistificazione della verità elementare circa la natura del potere, meglio, di ogni potere. La « dittatura del proletariato », formula ideologica tutta marxiana e marxista, messa in atto dal leninismo, ha infatti proprio lo scopo di impedire che una scienza del potere riveli, appunto, corne non si passa <lare mai una « dittatura del (2) Cfr. L'Espresso, 27 agosto 1978. 11
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