DEFINIZIONE DEI NUOVI PADRONI e proprietà economica, proprietà e possesso, proprietà individuale, associata, di classe. Il tutto finalizzato alla « dimostrazione» che i managers non sono « nuovi padroni». E' pur vero che l'estorsione di plusvalore avviene con meccanismi in buona parte capitalistici (e chi lo nega? non noi che infatti parliamo di tardo-capitalismo). Resta il fatto che questi nuovi padroni sono radicalmente diversi dall'imprenditore capitalista non solo nella fonte del loro potere e nella forma di accapparamento individuale (e di classe) della loro quota di surplus, ma anche, almeno tendenzialmente, nell'antagonismo dei loro interessi nei confronti della borghesia capitalistica e del proletariato. Questo tipo di nuovi padroni è stato analizzato, non a caso, soprattutto negli Stati Uniti d'America, dove esso rappresenta assieme allo sviluppo dell'intervento statale (che si avvale relativamente poco dell'impresa pubblica) uno dei due luoghi di formazione del potere economico tecnoburocratico. E' significa. tivo che negli USA sia stata rilevata, soprattutto ai massimi livelli, un'accentrata mobilità orizzontale tra management dell'impresa privata e vertici dell'apparato politico ed amministrativo. In Italia viceversa questa categoria sembra essersi poco sviluppata, simmetricamente al forte sviluppo dei managers pubblici. Pure qui tuttavia, grazie anche alle sempre più strette interdipendenze del grande capitale privato con il potere politico e con l'impresa pubblica (soprattutto con il settore credi.tizio quasi completamente statizzato), la direzione degli oligopoli privati riveste caratteri sempre meno simili a quelli tipicamente capitalistici e sempre più tecnoburocratici. 18. Un settore normalmente sottovalutato e del tutto escluso nelle analisi socio-economiche è quello della cooperazione. Eppure esso riveste, in talune realtà, come quella italiana, un'importanza tutt'altro che trascurabile: nel 1977 in Italia il giro d'affari complessivo del settore cooperativo s'aggira sui diecimila milardi, di cui 4.000 circa attribuiti alla sola Lega, l'associazione controllata dal P.C.I. Noi vediamo nel settore cooperativo, al vertice delle principali imprese e degli aggregati « federativi » che operano come vere e proprie holdings, uno dei « luoghi» di formazione e di esercizio del potere tecnoburocratico. In queste imprese ed aggregati, il socio cooperatore è assimilabile all'azionista di una società per azioni a capitale polveriz55
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