SAL VO RABUAZZO nicita" socio-strutturale de! politico di professione espresso da quella classe, cioe nella "omogeneita" de! gruppo sociale che lo porta al P.otere. Quindi la disciplina nei confronti del/a gerarchia de/ Partito (elemento storico-naturale necessario alla classe) non annul/a la liberta e l 'autonomia di classe se l' "origine "dell'autorila e "democratica ", ossia e una "funzione tecnica specializzala ", cioe e esercitata in un gruppo "omogeneo ", altrimenti e un "arbitrio ". E' interessante, a questo proposito, citare l'esempio teorico che Gramsci riporta di peso dalla filosofia cristiano-gesuita, per dimostrare che la sua tesi non limita la liberta individuale: "Se si pensa che anche ii concetto di "predestinazione" proprio di alcune· correnti de! cristianesimo, non annulla il cosiddetto "libero arbitrio" nel concetto cattolico, poiche l'individuo accetta "volente" ii volere divino ( cosi pone la quistione ii Manzoni nella Pentecoste), al quale, e uero, non potrebbe contrastare, ma a cui col/abora o meno con tutte le sue forze morali. La disciplina pertanto non annulla la personalita e la liberta ... " (2) II riferimento a Manzoni, apologeta dell 'ideologia borghese, non e casuale, ricollegandosi direttamente all'identita culturale del letterak> borghese col politico marxista, divisi nel campo da ideo-· logie diametralmente opposte e per cio stesso accomunati da un 'equivalente, nella sua complementarieta speculare, concezione storica idealistico-provvidenziale, di natura mistico-religiosa nel primo e •ateo-materialistica nel secondo. Vorremmo citare Bakunin: "La volonta dell'uomo e necessariamente impotente alla presenza della volonta divina. Che cosa ne risulta? Questo: che per voter difendere la liberta metafisica astratta o fittizia dell 'uomo, ii libero arbitrio, si e costretti a negare la sua liberta reale. Davanti all'onnipotenza e all'onnipresenza divine l'uomo e schiavo. Distrutta, in generale, la liberta dell'uomo per mezzo della provvidenza divina non rimane nient'altro che ii privilegio, vale a dire gli speciali diritti accordati dalla grazia divina a quell' individuo, a quella gerarchia, a quella dinastia, a quella classe."(3) (2) ibidem, pag. 158. (3) M. Bakunin, Stato e Anarchia (e altri scritti), ed. Feltrinelli, Milano 1968. 46
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