Interrogations - anno IV - n. 9 - gennaio 1977

LrUOIANOPELLICANI ha che uno strumento per stabilire la sua supremazia sociale e soddisfare la sua volontà di dominio: l'istruzione, più precisamente il monopolio della produzione e della gestione del sapere. E in effetti grazie alla sua superiorità cognitiva essa spera di diventare la « nuova aristocrazia » (13) e di dirigere wtta rquanta la società seconda i suoi interessi e le sue idee, orgogliosamente consapevole del suo valore e tuttavia continuamente frustrata poichè esclusa dai centri di potere effettivo. Di qui gli sforzi volti a sottrarre all'aristocrazia della ricchezza il controllo della vita economica e all'aristocrazia del sangue •qiuello dell'apparato statale; di qui altresi il progetto statocentrico di ediificare un ordine nuovo attraverso il monopolio del potere scientifico, del potere economico e del potere politico. Quanta alla massa, essa, essendo ignorante, deve affidarsi alla .guida illuminata e illuminante dei rivoluzionari « scientifici ». La diagnosi di Bakunin è estremamente precisa su questo punto speciifico. Egli indi,vidua con molto acume il nesso eziologico esistente fra la posizione marginale dell'aristocrazia dell'intelligenza e la concezione statocentrica della edificazione della società socialista, che formula in questi termini altamente istruttivi: « Gli idealisti di ogni risma, metafüici, positivisti fautori della supremazia della scienza sulla vita, rivoluzionari ,dottrinari, tutti insieme con lo stesso ardore sebbene con diversi argomenti, difendono l'idea della Stato e del potere della Stato riconoscendo in questo del tutto logicamente l'unica salvezza, seconda loro, della società. Del tutto logicamente perchè una volta adottato il principio fondamentale, seconda noi completamente falso, che il pensiero ,precede la vita e l'astratta teoria la pratica sociale, e dhe percio la scienza sociale deve essere il punto di partenza delle organizzazioni e delle rivoluzioni sociali, essi sono necessariamente costretti a concludere che, dato che il pensiero, la teoria, la scienza, almeno per ora, costituiscono il patrimonio di una minoranza, questa minoranza deve quindi dirigere la vita sociale non solo promuO'Vendo ma anche dirigendo tutti i movimenti nazionali e che l'indomani della rivoluzione la nruova organizzazione della società dovrà farsi non per la •via della libera riunione dal basso in alto delle associazioni, dei comuni, dei cantoni, delle regioni in armonia con i bisogni e con gli ,(13) Ibidem, p. 265. 48

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