Interrogations - anno IV - n. 9 - gennaio 1977

CRITIOA BAKUNINIANA DEL MARXISMO potere di Stato che deve essere mantenuto, senza di che la rivoluzione, dopo avere liberato sul serio le masse popolari, toglierebbe a .questa minoranza pseudorivoluzionaria ogni speranza di riuscire a soggiogarle a un nuovo carro e di gratificarle dei suoi provvedimenti governativi » (11). Applicando quella c,he in seguito i sociologi della conoscenza hanno definito la •« tecnica dello smascheramento », Bakunin non esita a vedere nei fini e negli ideali proclamati <lai rivoluzionari marxisti una mera copertura ideologica avente la funzione di occultare a se stessi e soprattutto agli operai le reali motivazioni del loro agire, le quali scaturiscono spontaneamente <lalla loro anomala condizione sociale. Infatti tali dottrinari non provengono nè dalle classi popolari nè da quelle dominanti, sono .quindi a mezza strada fra la massa dei governanti e le élites del potere. Il loro ambito di reclutamento è l'intellighenzia proletarizzata, prodotto tipico della rapida diffusione dell'istruzione non compensata da una altrettanto rapida capacità di assorbimento di lavoratori intellettuali da parte del mercato. Essi sono, pertanto, degli intellettuali privi di uno status coerente con le loro elevatissime aspettaüve, condannati, per cià stesso, alla « marginalità sociale ». Posti al di fuori della Città del Comando e ,delle istituzioni centrali che plasmano la vita delle masse, questi « paria dell'intelligenza » - la <lefinizione, estremamente illuminante, è di Blanqui, uno dei teorici più conseguenziali del diritto degli intellettuali déclassés a esercitare il comando politico - aspirano ad avere una influenza <liretta sui .destini storici dei popoli europei. Hanno una superiore cultura, e cià li fa sentire destinati a dirigere la massa degli incolti; ma si s·entono •« esclusi », quindi moralmente assimilati al proletariato, poichè la società borghese privilegia la ricdhezza e la potenza economica, di cui invece essi sono completamente privi. Bakunin definisce questa ,pletora di intellettuali déclassés la « :figlia prediletta del moderno dottrinarismo » e vede in essa « !'ultimo rifugio .della volontà ,di dominio che dall'inizio della storia ha afllitto e ha costituito e sanzionato tutti gli Stati » (12). Mentre l'aristocrazia nobiliare ha appoggiato la sua potenza sulla sua superiorità militare e sulla legittimazione religiosa e la borghesia capitalistica ha edificato il suo dominio ,di classe sui possesso della ricchezza, l'intellighenzia non {11) M. Bakunin: Stato e anarchia, cit., p. 148. (12) Ibidem, p. 264. 47

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