Interrogations - anno IV - n. 9 - gennaio 1977

CRITICA BAKUNINIANA DEL MARXISMO· lire una forma di dominio totale proprio in quanto le rivoluzioni fatte in nome della dottrina di Marx hanno concentrato tutto il potere .nello Stato~Partito che, per ciè>stesso, è divenuto il solo regolatore della vita sociale. Dal punto di rvista del materialismo storico, un simile fenomeno è inesplicabile, dal momento che l'esistenza delle classi viene fatta coincidere con l'esistenza della proprietà privata. E, in effetti, i marxisti ortodossi o negano l'esistenza della nruova classe dominante nelle cosi dette società socialiste, opprure sono costrette a considerare il dominio totalitario della burocrazia e dell'intellighenzia manageriale corne una degenerazione o una escrescenza passeggera, destinata a sparire non aippena il proletariato si ap,proprierà del potere rusurpato <lai funzionari del Partito comunista (2). Senonchè la « nuova classe » descritta in termini più o meno analoghi da Bruno Rizzi, James Burnham, Max Shachtman e Milovan Gilas (3), non solo esiste, ma presenta una stabilità tale che difficilmente la sua formazione pub essere presentata corne una deviazione di quel traffico a senso unico ohe è, secondo i marxisti, la Storia. Per di più la formazione di una nuova classe dominante nel seno delle organizzazioni operaie egemonizzate dai marxisti è stata prevista con largo anticipo ·da Bakunin, che ripetutamente ha messo in guardia i lavoratori europei dalla « burocrazia rossa ». Lo stesso Bakunin intrui che attraverso i sistemi autoritari e centralistici di Marx non si sarebbe ,verificata l'emancipazione (promessa) della classe operaia, bensl. l'instaurazione di una nuova forma di dominio di classe basato non più sulla proprietà privata dei mezzi di produzione, bensi sul monopolio del sapere e sulla statalizzazione integrale della vita sociale. Egli •vide con notevole lungimiranza che v'erano nel marxismo tutti i « bacilli » che aivrebbero potuto, se non si fossero prontamente individuati gli anti-corpi, « perrvertire » Ie rivoluzioni popolari. Di qui la sua costante polemica contro i dottrinari marxisti, nei quali vedeva i « niuovi padroni » della società fiutura, l'oligarchia che, utilizzando il movimento operaio corne trampolino di lancio, (2) Ofr. P. Naville: Burocrazia e rivoluzione, Jaca Book, Milano 1973 e iD. Russet: La société eclatée, Grasset, Parigi 1973. (3) B. Rizzi: Il collettivismo burocratico, Galeati, Imola 1969; J. Burnham: La rivoluzione dei tecnici, Mondadori, Milano 1947; M. Gilas: La nuova classe, Il Mulino, Bologna 1958; M. Shachtman: The Bureaucratie Revolution, Donald Press, New York 1962. 39

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