SCUOLA Dl STATO ufficialmente riconosciuti corne tali (i vertici sindacali, le tecnocrazie del capitale pubblico e pri vato ... ) che coesistono e spesso collaborano con i vecchi gruppi sociali che ancora detengono formalmente il potere. In questa situazione, che, corne tutte le situazioni di transizione, presenta aspetti di debolezza per il sistema, l'esigenza di controllare adeguatamente lo sviluppo caratteriale e psicologico dei cittadini è perticolarmente sentita, onde evitare che la fluidità istituzionale si presti a pericolese «deviazioni> dalla normale passività delle classi subalterne. In particolare, tale necessità di formazione e gestione del consenso è avvertita dai ceti in ascesa, tanto più che le istituzioni tradizionali (famiglia, servizio di leva, chiesa) proprio in quanto tali mal si prestano a riflettere ed interpretare il nuovo assetto sociale in gestazione. Questo spiega, tra l'altro, l'aspetto progressista con cui, spesso, amano presentarsi le innovazioni ln campo scolastico, e il frequente ricorso ad una fraseologia demagogica dietro la quale vengono celate le reali intenzioni delle riforme. Ad esempio, la teorizzazione della scuola di massa, non selettiva in quanto volta alla socializzazione, viene ormai fatta passare, nei documenti ufficiali, attraverso il fittizio riconoscimento del «diritto allo studio> di tutti i cittadini. Non la glorificazione di un ordinamento sociale che non si è ancora stabilizzato, è, quindi, necessaria a garantire la «tranquillità> delle masse, ma una indifferenziata assuefazione a subire il potere, perchè l'opera di trasformazione che si va compiendo ai vertici della società venga accettata senza drammi e senza contlitti. Questo, appunto, è quanto la scuola italiana sembra ormai definitivamente orientata a voler realizzare. Non a caso, infatti, nel già citato decreto sui nuovi Organi Collegiali della scuola, mentre da un lato si afferma, per gli studenti delle medie superiori, il diritto di partecipare al governo del proprio istituto, dall'altro ad esso viene riconosciuto un solo momento legittimo di espressione: l'elezione periodica di un esiguo numero di rappresentanti, unico canale ormai in cul sia ammesso convogliare dissensi e contestazioni. E' evidente, anche qui, l'intenzione di abituare il futuro cittadino al rispetto della prassi istituzionale, dandogli ad intendere che attraverso di essa puô efficacemente realizzare la propria volontà. Una questione resta ancora aperta. Se l'attuale ordinemento scolastico è funzionale alle esigenze di manipolazione del consenso, è anche vero che ha perso del tutto ogni velleità di funzionare corne crogiuolo di formazione della classe dirigente. Dove si formano, allora, i quadri intermedi e super1or1 25
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