AMBROSOLI / PASCARELLA guimento degli studi. Lo stesso accade, fatte le debite proporzioni, nelle medie superiori: qui, l'aspetto formalmente differenziale, retaggio non ancora abolito dell'impostazione gentiliana, dei programmi dei vari indirizzi (lice!, istituti professionali) non trova reale riscontro né nei livelli di preparazione degli allievi né nell'importanza che ad esso vien dato in sede di valutazione finale (25). Da un lato, infatti, le conoscenze specifiche si vanno «sfuocandoi nella generale ignoranza di tutti gli allievi di tutte le scuole, dall'altro, corne alla licenza media, gli studi si coronano non con un attestato di sapienza, ma con un giudizio «neutroi sulla «maturitài dei giovani. In questo modo, l'apprendimento cessa di essere lo scopo dell'andare a scuola. Senza contenuti veramente important! e decisivi, la scuola si riduce all'esercizio di una serie di rituali imposti dall'alto (Il succedersi delle materie, la disciplina ln classe, le interrogazioni, etc.) privi di qualsiasi giustificazione esterna a se stessi. L'alunno impara prima di tutto ad accettare questi rituali, che diventano (o stanno diventando) l'essenza vera di ogni ordine di scuola (26). In una tale situazlone, la valutazione diventa lnevitabilmente una valutazlone «sociale, e non più un controllo del livell1 di apprendimento. L'all1evo viene valutato in modo pos1tivo o negativo a seconda che accett1 o no 11rituale e vi si adatti con partecipazione. Egli impara cosl che per stare «nel gruppo, (cioé nella classe e nella scuola) deve accettare certe regole, certi modelli di comportamento. Il che andrebbe assai bene se l'adesione al «gruppoi fosse libera e le regole liberamente scelte, e non, corne sono, obbligatorie e imposte. Infatt1, la mancata accettazione del rituale non provoca l'uscita dalla scuola, ma l'emarginazione all'interno di essa, cioé uno stato di frustrazione che l'alunno cerca in tutti i modi dl evitare. (25) «<... > L'esame dl maturltà ha corne fine la valutazlone globale della personalità del candldato, conslderata con rlguardo anche a.1 su,o1· orienta.menti cultural! <... > » (Decreto legge 1969 sui rlordlnamento degl! Esaml dl Maturltà, par. 5) (Il corsivo è nostro). (26) «( ... ) (La scuola) non potendo inslstere sui contenut! (ormai obsolet!) ha !inito con Il dare grande importanza a.lie modal!tà ist!tuzlonal! e burocrat!che dell'insegnamento. Detto diversamente, non ha moita importanza cosa si insegna ma corne si insegna; le procedure (rit! compllcati ed astrattl) diventano il momento unlco a cul tendono maestri e scolari C•.• )» (M. Livolsl et al., La macchlna del vuoto, Il Mulino, Balogna 1974). 22
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