Interrogations - anno III - n. 8 - settembre 1976

SCUOLA DI ST ATO cante, postulata dal fascismo, esiste ormai insanabile antinom1a ( ... ) >. Di qui la necessità di proporre «( ... ) l'ingresso delle masse nella scuola ( ... ) >, dove assorbiranno l'ideologia del «nuevo umanesimo» fascista. Di qui la teorizzazione di una scuola impostata sull'obbed1enza, «( ... ) la v1rtù che salverà il nostro tempo dal veleno della ribelllone, dall'odio per la discipllna ( ... )> (15). La scuola Bottai non potè avere pratica attuazione. La seconda guerra mondiale la fece restare al livello di enunciazione dl principio. Ciononostante l'lmportanza della nueva concezione resta: è la dimostrazione della volontà di splngere la funzione dell'istituto scolastico unicamente verso la socializzazione, traslasciando la 4'. palla al piede> della correlazione al mercato del lavoro, inefficace e inconcludente. In questo senso va interpretato il richiamo ad una «scuola di massa», che costltuisce la vera novità rispetto alle istituzioni scolastiche precedentl. La scuola eff1cacemente soc1al1zzante, 1nfatt1, è, almeno nelle aspirazioni, di tutti, perchè tutti 1 giovani devono essere raggiunti dalla sua opera di condizionamento. Dai dopoguerra ad oggi LIINTERRUZIONE provocata dalla guerra segno una stasi notevole nell'evoluzione verso forme più avanzate di soc1al1zzazione. Messa nel dimenticatoio, per ovvi motivi di convenienza, la carta del lavoro di Bottai, la scuola italiana, dell'immediato dopoguerra portava ancora le stimmate della riforma gentiliana, conservandone le caratteristiche ed i difetti. Nessuna meraviglia quindi che il fenomeno della disoccupazione intellettuale sia continuato, e con intensità anche superiore a quella del periodo fascista. La conseguenza è uno sviluppo squilibrato dell'istruzione: nel 1950 l'Italia presenta ancora il 30 % della popolazione analfabeta, ma contemporaneamente offre la più alta percentuale di studenti universitarl, maggiore di quella esistente in Svizzera, Svezia, ed altri paesi europei a marcata industrializzazione (16). Per contro, la massa di diplomati e laureati che escono dalla scuola non possiede la (15) N. Padellaro, Il Poligono Mentale, in Primato Educatlvo, glugno 1938 (clt. da Dina Berton! Jovine, La scuola ltaliana dal 1870 al rtonü nostri, Edltori Rlunlti, Roma 1972). (16) AA. VV., Scuola e mercato del lavoro, Il Mullno, Balogna 1973 pag. 16 e segg. ' 1S

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