Interrogations - anno III - n. 7 - giugno 1976

PROGRAMMA ANARCHICO testimonianza del fatto che il popolo degli struttati quando riesce ad organizzare a modo suo la società lo ta con approsstmaztont di eguaglianza e libertà. Un terzo elemento che si ricava dalla storia della lotta di classe è costituito proprio da queste indicazioni pratièhe, da queste «utopie» popolari episodicamente e frammentariamente realizzate, in una creatività di segno spontanearnente libertario, da questi esernpi di corne il PoPolo degli sfruttati intenda la sua ernancipazione collettiva. L'anarchismo è sorto da questa millenaria tensione egualitaria <:: libertaria, sviluppando le tendenze oggettive degli struttati e le loro indicazioni esernplari in un sistema di pensiero e di azione che rappresenta il livello più alto raggiunto sinora dal sapere teorico-pratico rivoluzionario. Tuttavia lotta di classe e lotta rivoluzionaria anarchica non si identificano. In primo luogo la prima si pub anche esprimere in modi ri!ormistici ed anzi è quella la sua forma prevalente al di fuori dei periodi pre-rivoluzionari. In seconda luogo la conflittualità sociale non si esaurisce nella lotta di classe ma esprime anche altre rivolte che in un complesso e sofisticato sistema gerarchico nascono da disuguaglianze e da dominazioni diverse da quelle di classe: sessuale, etnica, razziale, ecc. Tutte queste rivolte hanno una comune matrice oggettivamente egualitaria tra di loro e con la lotta di classe, con la quale in parte si sovrappongono ma non necessariamente e non completamente. Da tutte queste rivolte ed anche da rivolte individuali, l'anarchismo pub trarre apporti teorici e pratici e tutte le deve rlcomporre, corne rnovirnenti od aspirazioni di emancipazione parziale, nel suo progetto rivoluzionario di emanclpazione totale. Solo con questo progetto consapevole ed organizzato e con questa ricompaslzione si pub realizzare la potenzialttà rivoluzionaria della lotta di classe. Al di fuori di questa possibilità, vi è solo la realtà storica di una continua trasformazione dello sfruttamento e dell'oppressione, in cui la lotta di classe degli sfruttatl non pub «fare storta», cioè non pub partare mutamenti strutturali se non a favore di una nuova classe dominante, per gli interessi mistiflcati della quale si farà ancora una volta vettore. In Italia nel prossimo futuro, questo significa che la lotta di classe degli sfruttati servirà, volente o nolente, agli interessi «tecnoburocratici», tino a quando e se la rivoluzione libertaria non si proporrà con forza sufficiente. [ ... ] 20. A DBIAMO detto rivoluzione «libertaria» anzichè rivoluzione «anarchica» e neppure sernplicernente «rivoluzione». Nol cioè non crediarno nè alla possibilità di una rivoluzione prettamente anarchica, nè all'utilità di una rivoluzione «qualunque». Dopo cinquant'anni di esperienze storiche, infatti (Russia, Spagna, Cina, CUba, ecc.) è chiaro che : 1) la liberazione delle tcndenze papalari egualitaria e libertarie è fenomeno ef!irnero se non ha la possibilità di esprimersi in orga117

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