Interrogations - anno III - n. 7 - giugno 1976

G.A.T. mentarla prima e per assorbirla poi in sè ; tende ad invadere ed invade · ogni aspetto della vita anche privata (per lo stato totalitario non esiste «privato») dei cittadini. Lo stato fascista era dichiaratamente totalitario, quello post-fascista lo è di fatto ed il processo di identifizacione tra stato e società è ripreso, dopo la guerra, in forma meno folkloristica ma più insidiosa, sia a livello istituzionale che a livello ideologico. Con questa invadenza e con il potenziamento degli apparati dl controllo repressivo e di condizionamento psico-ideologico, lo stato è avviato a restringere progressivamente, di fatto più che giuridicamente, l'ambito della libertà individuale e collettiva, indipendentemente dalla forma che assumerà la politica italiana nel breve e medio periodo. Questo non significa che le forme politiche non abbiano nessuna importanza dal punto di vista rivoluzionario. A noi importa quale « forma» presenti il sistema tardo-capitalistico italiano oggi e quale possa presentare domani, perchè ad ogni forma corrisponde una diversa miscela di obbedienza imposta e di consenso carpito, diversi livelli di tolleranza e di repressione del dissenso, una diversa agibilità politica per i «non integrati» e quindi diversi modi di impostare la propaganda, l'agitazione e l'organizzazione anarchica (dalla legalità all'illegalità, dalla pubblicità alla clandestinità, con tutte le posizioni intermedie). In Italia sono teoricamente possibili numerose variazioni politiche sul tema socio-economico del tardo-capitalismo, da quella «socialdemocratica» (nel senso lato di democratico-riformtsta.) a quelle. «fascista» (nel senso lato di autoritario-ri:formista): dal modello scandinavo a quello cileno, da quello americano e quello francese... il mondo occidentale ce ne offre un vasto assortimento. In pratica, la realtà italiana non sembra offrire moite alternative probabtlt e tutte più o meno del tipo socialdemocratico. [ -.. ] 19. IL PROGETTO rivoluzionario anarchico deriva dalla lotta d1 classe degli sfruttati la garanzia della sua possibilità, se non. della sua probabilità, di realizzazione. L'esistenza universale della lotta dl classe in ogni società gerarchica ci dà una prima indlcazione in questo senso apparentemente banale ma fondamentale: la dtsuguagltanza soctal~ non è naturale e solo l'uso di strumenti coercitivi (psicologicl e fisici) ne garantisce la sopravvivenza. Una seconda indicazione, che si ricava dall'osservazione delle pur diverse forme di connitto tra dominati e dominatori, è che i servi della gleba, gli schiavi, i sàlariati, g!i sfruttati ed i fottuti di ogni sistema, palesa.no la t.endenza. costante a rifiutare la loro condizione di classe. n che significa, oggettivamente, che le aspirazioni emancipatrici sono solo realizzabili attroverso l'abolizione delle classi, con una trasformazione della società in forme egualitarie. Difatti la storia clelle rivoluzioni e delle rivolte ci ha lasciato numerosi esempi a 116

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