Interrogations - anno III - n. 7 - giugno 1976

PROGRAMMA ANARCHICO cetto, funzionari non direttivi pubblici e privati, militari di carriera, insegnanti, apparati di partiti e sindacati) con 3 milioni circa di attivi. Alla base della piramide sociale, le classi sfruttate, costituite da un proletariato urbano e rurale in senso stretto (lavoratori rnanuali salariati) con 9 milioni 500.000 attivi, cui si aggiungono un milione circa di impiegati dalle mansioni puramente esecutive e ripetitive, un paio di milioni di «lavoratori autonomi» (strati inferiori di artigiani, coltivatori diretti e commercianti senza dipendenti) che sono di fatto dei prestatori di Iavoro manuale, ed oltre un milione di sottoproletari, cioè di lavoratori precari, di lavoratori a domicilio, di cmarginati, ecc. A livello di redditi si riscontra in Italia una accentuata disuguaglianza. Anche trasctuando i ricchissimi (porzione superiore delle classi dominanti)' ed i poverissimi (il sotto-proletariato concentrato sopprattutto nel Sud e nelle Isole), rimane un rapporto di reddito medio delle classi dominanti e quello medio delle classi sfruttate di oltre 1 a 10. · L!l, dinamica sociale negli ultimi cinquant'anni ha visto una costa.nte crescita della tecnoburocrazia e del suo substrato nel ceto medio, a spese, in valori assoluti e percentuali, della borghesia e del suo substrato piccolo-borghese. Tra le classi sfruttate la dinamica ha visto soprattutto uno sviluppo delle funzioni impiegatizie inferiori. Nei prossimi anni è prevedibile un modesto sviluppo quantitativo della tecnoburocrazia, un più accentuato sviluppo della piccolatecnoburocrazia, con una parallela riduzione della piccola-borghesia cd una certa contrazione dei lavoratori manuali autonomi. Per tutte le classi c'è stato il travaso tipico rispettivamente dello sviluppo industriale e post-industriale dal settore primario a quello secondario e terziario, 15. IL PROCEsso evolutivo tardo-capitalistico si esplica in Italia, attualmente, in un quadro istituzionale democratico-parlamentare. Oran parte del potere politico, tuttavia, com'è tipico d'ogni stato tard~ capitalistico, risiede nell'esecutivo e nelle istituzioni statale non elettive. II modo di essere di queste istituzioni (norme, regolamenti, con• suetidini, privllegi, ecc.) è lo stesso stabilito dal regime fascista, non solo perché i vertici di esse sono rimasti gli stessi dell'epoca !ascista, ma anche e sopr11,ttutto perchè questo modo di essere è sostanzialmente tunzional~ (noqostante rimediabili ine!ticienze tipicamente italiane) allo stato in generale ed in particolare alla forme dello stato corrispondente a quel compromesso dinamico tra vecchi e nuovi padroni che s'è prima espresso con il !ascismo e poi con la repubblica ccdemocratica». Oltre alla abdicazione del parlamento al ruolo di istituzione suprema, lo stato italiano presenta un altro carattere tipico tardocapitalistico: esso è tendenzialmente e progressivamente totalitario. Lo stato tende cioè al intervenire in ogni funzione sociale, per regola115

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