ANTICIPAZIONI ANARCHICHE rate; e l'altra solo manuale, ridotta ad una azione puramente meccanica, senza intelligenza, senza idee; approfittando di questa legge economica e sociale della divisione del lavoro 1 privilegiati del capitale, compresi quelli che per la pochezza delle loro capacità indivi'duali ne sarebbero. i meno autorizzati, s'impadroniscono della prima, lasciando al popolo la seconda, (47). Il linguaggio bakuniniano si ra, rispetto alla definizione delle classi, estremamente generale: esse non sono definite 1n base al loro aspetto storico-sociale, ma in base al rapporta che intercorre /ra esse. Un rapporto che va sempre dal basso all'alto, dalla base al vertice: la definizione bakuniniana è la àefinizione del rapporto autoritario /ra le classi, è la defi'nizione anarchica della disuguaglianza. Questi rapporti di dominazione-dipendenza si sviluppano sulla rete dell'organizzazione gerarchica del lavoro, sul cul disegno geometrico piramidale, secondo il linguaggio di Proudhon, vivono ed interagiscono le funzioni sociali, dalle più semplici alle più complesse, e, ancora una volta, colloca_te secondo un ordine crescente di importanza e funzfünalltà, date dalla società storica del momento. In tal senso, continua Bakunin «fino a quando vi saranno due o più gradi di lstruzione per i vari strati della società, ci saranno necessartamente delle classi, vale a dire dei privilegi economici e polltici per un piccolo numero di fortunat1! e la schiavitù e la miseria per il più gran numero (48). Il modello generale della ricorrente formazione dell'autorità è ora dato per intero: interdipendenza conseguenziale e necessaria tra monopolio della scienza e divisione del lavoro, tra divisione del lavoro e classi. Risulta cosl che la-.forma di dominio capitalistico-borghese costituisce una delle ·.sequenze dell'aspetto storico e variabile dello sfruttamento, la forma gerarchica della divisione del lavoro, l'aspetto strutturale e costante della disuguagliianza (49). A suo .giudizio, infatti, una società llberata dall'oppressione capitallstica che mantenesse inalterata la separazione vertt- (47) Ibid., p. 325. (48).M. Bakunin, L'lstruzione integra)e (a:rticoli scritti per «l'EgalitéJ), in Stàto e anal'Cbla .. ., p. 272. <49) Questo punto di vista è stato recentemente ribadito da Antony Giddens il quale ha scritto che la divisione del lavoro corne fenomeno che sopravvive il capitalismo con!erma l'idea che quest'ultimo non sia la causa dello sfruttamento ma soltanto un aspetto storico assunto da esso. Sebbene il ruolo del -capitalismo «non è storicamente irrilevante è perô, sociologica,. mente, transeunte»: la divisione gerarchica del lavoro è pertanto la causa struttµrale e costante della disuguaglianza. A.Giddens, Capltalismo e ieoria IIOCiale. Man:, Durkheim e Max W~ber, MUa.no, Il Saggiatore, 1975. 85
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